Traduzione Interconfessionale in Lingua Corrente (Deuterocanonici)

Tobia 1:1-11 Traduzione Interconfessionale in Lingua Corrente (Deuterocanonici) (TILCD)

1. Questo libro racconta la storia di Tobi. Suo padre era Tobièl, figlio di Ananièl, figlio di Aduèl, figlio di Gabaèl, figlio di Raffaele, figlio di Raguele. Erano discendenti di Asièl e appartenevano alla tribù di ∆Nèftali.

2. Al tempo di Salmanàssar, re di Assiria, Tobi fu deportato da Tisbe, una città nell’alta Galilea che si trova a sud di Kades di Nèftali, a ovest sopra Azor e a nord di Fogor.

3. Io, Tobi, sono stato un uomo onesto e leale, tutti i giorni della mia vita. Ho fatto molte opere di misericordia a quelli del mio popolo, deportati con me a Ninive.

4. Quando ero giovane e vivevo ancora in patria, nella terra d’Israele, tutta la tribù del mio antenato Nèftali si era distaccata dalla dinastia di Davide e da Gerusalemme. Questa era la città scelta fra tutte le tribù, come l’unico posto dove gli Israeliti devono offrire sacrifici al Signore, e perciò vi era stato costruito e consacrato il tempio, che è la casa di Dio, per tutte le generazioni del futuro.

5. I miei fratelli, come tutto il resto della tribù del mio antenato Nèftali, offrivano sacrifici su ogni montagna della Galilea. Essi adoravano la statua del vitello che il re d’Israele Geroboamo aveva fatto costruire a Dan.

6. Perciò spesso, in occasione delle feste, andavo da solo a Gerusalemme per il pellegrinaggio, perché io rimasi fedele alla legge che Mosè prescrive per sempre a tutto il popolo d’Israele.Io mi affrettavo verso Gerusalemme e portavo con me i miei frutti dei campi, i primogeniti del bestiame, la decima parte del mio reddito e la prima lana che avevo tosato alle pecore.

7. Al mio arrivo a Gerusalemme, li consegnavo ai sacerdoti, i discendenti di Aronne, per offrirli sull’ altare.Portavo anche la decima parte di grano, di vino e di olio, delle melagrane, dei fichi e degli altri frutti. Consegnavo tutto ai leviti che prestavano servizio a Gerusalemme.Per sei anni consecutivi vendevo un’altra decima parte dei miei averi e, ogni anno, spendevo il denaro ricavato a Gerusalemme.

8. Una terza decima parte ancora la distribuivo agli orfani, alle vedove e ai pagani che si erano convertiti e abitavano in mezzo al popolo d’Israele. Portavo ad essi questa offerta ogni tre anni, e in quell’occasione la consumavo mangiando insieme a loro, come ha prescritto Mosè nella legge e come ci aveva raccomandato Dèbora, la madre di mio nonno Ananièl.Mio padre era morto e io ero rimasto orfano.

9. Quando poi diventai adulto, mi sposai con Anna, una donna della mia stessa parentela. Da lei ebbi un figlio e lo chiamai Tobia.

10. Al tempo della deportazione in Assiria, anch’io fui fatto prigioniero e condotto a Ninive.I miei fratelli e tutti quelli della mia stirpe si misero a mangiare cibi proibiti dalla legge, come i pagani.

11. Io invece mi guardai bene dal toccarli.