Giovanni Diodati Bibbia 1649

Giobbe 9:14-28 Giovanni Diodati Bibbia 1649 (IGD)

14. Quanto meno gli risponderei io, Ed userei parole scelte contro a lui?

15. Io, che quantunque fossi giusto, non risponderei, Anzi chiederei grazia al mio Giudice.

16. Se io grido, ed egli mi risponde, Pur non potrò credere ch’egli abbia ascoltata la mia voce;

17. Conciossiachè egli mi abbia conquiso con un turbo, E mi abbia date di molte battiture senza cagione.

18. Egli non mi permette pur di respirare; Perciocchè egli mi sazia di amaritudini.

19. Se si tratta di forza, ecco, egli è potente; Se di giudicio, chi mi citerà?

20. Benchè io sia giusto, la mia bocca mi condannerà; Quantunque io sia intiero, ella mi dichiarerà perverso.

21. Benchè io sia intiero, io non riconoscerò me stesso; Io avrò a sdegno la vita mia.

22. Egli è tutt’uno; perciò ho detto: Egli distrugge ugualmente l’uomo intiero e l’empio.

23. Se è un flagello, egli uccide in un momento; Ma egli si beffa della prova degl’innocenti.

24. La terra è data in mano all’empio, Il qual copre la faccia de’ giudici di essa. Ora, se Iddio non fa questo, chi è egli dunque?

25. Ma i miei giorni sono stati più leggieri che un corriero; Son fuggiti via, non hanno goduto il bene;

26. Son trascorsi come saette, Come un’aquila che vola frettolosa al pasto.

27. Se io dico: Io dimenticherò il mio lamento, Io lascerò il mio cruccio, e mi rinforzerò;

28. Io sono spaventato di tutti i miei tormenti, Io so che tu non mi reputerai innocente.