Giobbe

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Giovanni Diodati Bibbia 1649

Giobbe 9 Giovanni Diodati Bibbia 1649 (IGD)

1. E GIOBBE rispose e disse:

2. Veramente io so ch’egli è così; E come si giustificherebbe l’uomo appo Iddio?

3. Se Iddio vuol litigar con lui, Egli non gli potrà rispondere d’infra mille articoli ad un solo.

4. Egli è savio di cuore, e potente di forza; Chi si è mai indurato contro a lui, ed è prosperato?

5. Contro a lui, che spianta i monti, Senza che si possa sapere come egli li abbia rivolti sottosopra nella sua ira;

6. Che crolla la terra, e la smuove dal luogo suo; E da cui le colonne di essa sono scosse;

7. Che parla al sole, ed esso non si leva; Che tiene suggellate le stelle;

8. Che distende tutto solo i cieli, E calca le sommità del mare;

9. Che ha fatto i segni del Carro, dell’Orione, delle Gallinelle, E quelli che sono in fondo all’Austro;

10. Che fa cose tanto grandi, che non si possono investigare; E tante cose maravigliose che non si possono annoverare.

11. Ecco, egli passerà davanti a me, ed io nol vedrò; Ripasserà, ed io non lo scorgerò.

12. Ecco, egli rapirà, e chi gli farà far restituzione? Chi gli dirà: Che fai?

13. Iddio non raffrena l’ira sua; Sotto lui sono atterrati i bravi campioni.

14. Quanto meno gli risponderei io, Ed userei parole scelte contro a lui?

15. Io, che quantunque fossi giusto, non risponderei, Anzi chiederei grazia al mio Giudice.

16. Se io grido, ed egli mi risponde, Pur non potrò credere ch’egli abbia ascoltata la mia voce;

17. Conciossiachè egli mi abbia conquiso con un turbo, E mi abbia date di molte battiture senza cagione.

18. Egli non mi permette pur di respirare; Perciocchè egli mi sazia di amaritudini.

19. Se si tratta di forza, ecco, egli è potente; Se di giudicio, chi mi citerà?

20. Benchè io sia giusto, la mia bocca mi condannerà; Quantunque io sia intiero, ella mi dichiarerà perverso.

21. Benchè io sia intiero, io non riconoscerò me stesso; Io avrò a sdegno la vita mia.

22. Egli è tutt’uno; perciò ho detto: Egli distrugge ugualmente l’uomo intiero e l’empio.

23. Se è un flagello, egli uccide in un momento; Ma egli si beffa della prova degl’innocenti.

24. La terra è data in mano all’empio, Il qual copre la faccia de’ giudici di essa. Ora, se Iddio non fa questo, chi è egli dunque?

25. Ma i miei giorni sono stati più leggieri che un corriero; Son fuggiti via, non hanno goduto il bene;

26. Son trascorsi come saette, Come un’aquila che vola frettolosa al pasto.

27. Se io dico: Io dimenticherò il mio lamento, Io lascerò il mio cruccio, e mi rinforzerò;

28. Io sono spaventato di tutti i miei tormenti, Io so che tu non mi reputerai innocente.

29. Io sarò reo; Perchè adunque mi affaticherei in vano?

30. Quando io mi fossi lavato con acque di neve, E nettatomi le mani col sapone;

31. Allora pure tu mi tufferesti in una fossa, E i miei vestimenti mi avrebbero in abbominio.

32. Perciocchè egli non è un uomo, come son io, perchè io gli risponda, E perchè noi veniamo insieme a giudicio.

33. Ei non v’è niuno che possa dar sentenza fra noi, Che possa metter la mano sopra amendue noi.

34. Ma rimuova egli pur la sua verga d’addosso a me, E non mi conturbi il suo spavento.

35. Allora io parlerò, e non avrò paura di lui; Perciocchè in questo stato io non sono in me stesso.