Diodati Bibbia 1885

Epistola di S. Paolo ai Romani 14:2-11 Diodati Bibbia 1885 (DO885)

2. L'uno crede di poter mangiar d'ogni cosa; ma l'  altro, che è debole, mangia dell'erbe.

3. Colui che mangia non isprezzi colui che non mangia, e colui che non mangia non giudichi colui che mangia; poichè Iddio l'ha preso a sè.

4. Chi sei tu, che giudichi il famiglio altrui? egli sta ritto, o cade, al suo proprio Signore, ma sarà raffermato, perciocchè Iddio è potente da raffermarlo.

5. L'uno stima un giorno più che l'altro; e l'altro stima tutti i giorni pari; ciascuno sia appieno accertato nella sua mente.

6. Chi ha divozione al giorno ve l'ha al Signore; e chi non ha alcuna divozione al giorno non ve l'ha al Signore. E chi mangia, mangia al Signore; perciocchè egli rende grazie a Dio; e chi non mangia non mangia al Signore, e pur rende grazie a Dio.

7. Poichè niun di noi vive a sè stesso, nè muore a sè stesso.

8. Perciocchè, se pur viviamo, viviamo al Signore; e se moriamo, moriamo al Signore; dunque, o che viviamo, o che moriamo, siamo del Signore.

9. Imperocchè a questo fine Cristo è morto, e risuscitato, e tornato a vita, acciocchè egli signoreggi e sopra i morti, e sopra e vivi.

10. Or tu, perchè giudichi il tuo fratello? ovvero tu ancora, perchè sprezzi il tuo fratello? poichè tutti abbiamo a comparire davanti al tribunal di Cristo.

11. Perciocchè egli è scritto: Come io vivo, dice il Signore, ogni ginocchio si piegherà davanti a me, ed ogni lingua darà gloria a Dio.