Versione Diodati Riveduta

Genesi 28:7-18 Versione Diodati Riveduta (RDV24)

7. e che Giacobbe aveva ubbidito a suo padre e a sua madre, e se n'era andato in Paddan-Aram.

8. Ed Esaù s'accorse che le figliuole di Canaan dispiacevano ad Isacco suo padre;

9. e andò da Ismaele, e prese per moglie, oltre quelle che aveva già, Mahalath, figliuola d'Ismaele, figliuolo d'Abrahamo, sorella di Nebaioth.

10. Or Giacobbe partì da Beer-Sceba e se n'andò verso Charan.

11. Capitò in un certo luogo, e vi passò la notte, perché il sole era già tramontato. Prese una delle pietre del luogo, la pose come suo capezzale e si coricò quivi.

12. E sognò; ed ecco una scala appoggiata sulla terra, la cui cima toccava il cielo; ed ecco gli angeli di Dio, che salivano e scendevano per la scala.

13. E l'Eterno stava al disopra d'essa, e gli disse: ‘Io sono l'Eterno, l'Iddio d'Abrahamo tuo padre e l'Iddio d'Isacco; la terra sulla quale tu stai coricato, io la darò a te e alla tua progenie;

14. e la tua progenie sarà come la polvere della terra, e tu ti estenderai ad occidente e ad oriente, a settentrione e a mezzodì; e tutte le famiglie della terra saranno benedette in te e nella tua progenie.

15. Ed ecco, io son teco, e ti guarderò dovunque tu andrai, e ti ricondurrò in questo paese; poiché io non ti abbandonerò prima d'aver fatto quello che t'ho detto’.

16. E come Giacobbe si fu svegliato dal suo sonno, disse: ‘Certo, l'Eterno è in questo luogo ed io non lo sapevo!’

17. Ed ebbe paura, e disse: ‘Com'è tremendo questo luogo! Questa non è altro che la casa di Dio, e questa è la porta del cielo!’

18. E Giacobbe si levò la mattina di buon'ora, prese la pietra che avea posta come suo capezzale, la eresse in monumento, e versò dell'olio sulla sommità d'essa.