Versione Diodati Riveduta

Atti degli Apostoli 23:19-35 Versione Diodati Riveduta (RDV24)

19. E il tribuno, presolo per la mano e ritiratosi in disparte gli domando: Che cos'hai da riferirmi?

20. Ed egli rispose: I Giudei si son messi d'accordo per pregarti che domani tu meni giù Paolo nel Sinedrio, come se volessero informarsi più appieno del fatto suo;

21. ma tu non dar loro retta, perché più di quaranta uomini di loro gli tendono insidie e con imprecazioni contro sé stessi han fatto voto di non mangiare né bere, finché non l'abbiano ucciso; ed ora son pronti, aspettando la tua promessa.

22. Il tribuno dunque licenziò il giovane, ordinandogli di non palesare ad alcuno che gli avesse fatto saper queste cose.

23. E chiamati due de' centurioni, disse loro: Tenete pronti fino dalla terza ora della notte duecento soldati, settanta cavalieri e duecento lancieri, per andar fino a Cesarea;

24. e abbiate pronte delle cavalcature per farvi montar su Paolo e condurlo sano e salvo al governatore Felice.

25. E scrisse una lettera del seguente tenore:

26. Claudio Lisia, all'eccellentissimo governatore Felice, salute.

27. Quest'uomo era stato preso dai Giudei, ed era sul punto d'esser da loro ucciso, quand'io son sopraggiunto coi soldati e l'ho sottratto dalle loro mani, avendo inteso che era Romano.

28. E volendo sapere di che l'accusavano, l'ho menato nel loro Sinedrio.

29. E ho trovato che era accusato intorno a questioni della loro legge, ma che non era incolpato di nulla che fosse degno di morte o di prigione.

30. Essendomi però stato riferito che si tenderebbe un agguato contro quest'uomo, l'ho subito mandato a te, ordinando anche ai suoi accusatori di dir davanti a te quello che hanno contro di lui.

31. I soldati dunque, secondo ch'era loro stato ordinato, presero Paolo e lo condussero di notte ad Antipatrìda.

32. E il giorno seguente, lasciati partire i cavalieri con lui, tornarono alla fortezza.

33. E quelli, giunti a Cesarea e consegnata la lettera al governatore, gli presentarono anche Paolo.

34. Ed egli avendo letta la lettera e domandato a Paolo di qual provincia fosse, e inteso che era di Cilicia, gli disse:

35. Io ti udirò meglio quando saranno arrivati anche i tuoi accusatori. E comandò che fosse custodito nel palazzo d'Erode.