Traduzione Interconfessionale in Lingua Corrente (Deuterocanonici)

Romani 1:9-22 Traduzione Interconfessionale in Lingua Corrente (Deuterocanonici) (TILCD)

9. Dio, che io servo con tutto me stesso annunziando il Figlio suo, sa che dico la verità e che vi ricordo continuamente.

10. Nelle mie preghiere io chiedo sempre a Dio di poter finalmente trovare il modo di venire da voi:

11. perché io ho il desiderio ardente di vedervi e di fare anche voi partecipi dei doni dello Spirito, perché vi rendano ancora più forti.

12. Ma soprattutto io desidero vedervi, perché in mezzo a voi anch’io possa sentirmi confortato da quella che è la vostra e la mia fede.

13. Voglio che voi sappiate questo, fratelli: già molte volte avevo deciso di venire a raccogliere anche tra voi qualche buon frutto, come l’ho ottenuto tra altri popoli; ma fino a ora non mi è stato possibile.

14. Il mio compito è di rivolgermi a tutti: ai popoli di civiltà greca e agli altri, alla gente istruita e agli ignoranti;

15. e per quanto dipende da me, sono pronto ad annunziare il messaggio di Cristo anche a voi che siete in Roma.

16. Io non mi vergogno del messaggio del *Vangelo, perché è potenza di Dio per salvare chiunque ha fede, prima l’Ebreo e poi tutti gli altri.

17. Questo messaggio rivela come Dio, mediante la fede, riabilita gli uomini davanti a sé. Lo afferma la Bibbia: ∆Il giusto per fede vivrà.

18. Di fatto, l’ira di Dio si manifesta dal cielo contro tutti gli uomini, perché lo hanno rifiutato e hanno commesso ogni specie di ingiustizia soffocando la verità.

19. Eppure ciò che si può conoscere di Dio è visibile a tutti: Dio stesso l’ha rivelato agli uomini.

20. Infatti, fin da quando Dio ha creato il mondo, gli uomini con la loro intelligenza possono vedere nelle cose che egli ha fatto le sue qualità invisibili, ossia la sua eterna potenza e la sua natura divina.Perciò gli uomini non hanno nessuna scusa:

21. hanno conosciuto Dio, poi si sono rifiutati di adorarlo e di ringraziarlo come Dio. Si sono smarriti in stupidi ragionamenti e così non hanno capito più nulla.

22. Essi, che pretendono di essere sapienti, sono impazziti: