25. Palal figlio di Uzài lavorò dall’Angolo fino alla torre che sporge dal palazzo reale, vicino al cortile della prigione. Pedaià figlio di Paros e
26. gli addetti al tempio, che abitavano nel quartiere dell’Ofel, lavorarono nel tratto verso est, fin davanti alla ∆porta delle Acque e alla torre sporgente.
27. Nel tratto seguente, dalla gran torre sporgente fino al muro dell’Ofel, lavorarono gli abitanti di Tekoa.
28. A cominciare dalla porta dei Cavalli, lavorarono alcuni sacerdoti, ognuno nel tratto di fronte a casa sua.
29. Più avanti, di fronte alla sua casa, lavorò Sadoc figlio di Immer. Nei tratti seguenti lavorarono: Semaià figlio di Secania, custode della porta Orientale;
30. Ananìa figlio di Selemia con Canun, sesto figlio di Salaf; infine Mesullàm figlio di Berechia, di fronte alla sua abitazione.
31. L’orafo Malchia lavorò nel tratto fino alla casa degli inservienti del tempio e dei mercanti, vicino alla porta della Rassegna e fino all’angolo che ha in alto una stanza.
32. Gli altri orafi e i mercanti fecero l’ultimo tratto fino alla porta delle Pecore.
33. Quando Sanballàt venne a sapere che stavano ricostruendo le mura, si irritò moltissimo e cominciò a deriderci.
34. In presenza dei suoi amici e dei soldati di Samaria, diceva: «Che cosa vogliono fare questi miserabili? Pensano di arrivare alla fine? Pensano veramente di far tutto in un giorno e di concludere con la celebrazione di un sacrificio? Credono di ridare vita a mucchi di macerie, ridotte in cenere dal fuoco?».