Traduzione Interconfessionale in Lingua Corrente (Deuterocanonici)

Lettera Di Geremia 1:15-27 Traduzione Interconfessionale in Lingua Corrente (Deuterocanonici) (TILCD)

15. «Come un vaso rotto non serve più a niente, così sono i loro idoli posti nei templi.

16. I loro occhi sono pieni di polvere sollevata dal viavai dei visitatori.

17. Come si chiudono le porte del palazzo davanti a chiunque ha offeso il re, per poterlo catturare e condannare a morte, così i sacerdoti pagani chiudono i santuari dei loro idoli con porte rinforzate, sbarre e serrature, per paura che i ladri vengano a portarli via.

18. I sacerdoti accendono nei templi più lucerne che a casa loro, ma gli idoli non possono vederne neppure una.

19. Gli idoli sono come quelle travi del tempio di cui si dice che, dentro, sono corrose dal tarlo. I vermi divorano i loro vestiti, ed essi non se ne accorgono neppure.

20. Il fumo delle candele annerisce il loro volto.

21. Sul loro corpo e sulla loro testa si posano pipistrelli, rondini e altri uccelli; a volte vi arrivano anche i gatti.

22. «Da tutto questo riconoscete che non sono dèi. Perciò non temeteli».

23. «Gli idoli pagani sono stati ricoperti d’oro per abbellirli. Ma se non c’è qualcuno che raschia la ruggine, non risplendono. Essi non sentivano nulla neanche quando venivano fusi.

24. Quegli idoli si trovano sul mercato a qualsiasi prezzo. Sono cose: non danno segno di vita.

25. Sono senza piedi, e perciò vengono portati in processione a spalla. Così dimostrano a tutti quanto sono spregevoli. Se ne vergognano persino i loro fedeli. Infatti gli idoli, se cadono a terra, non si rialzano da soli.

26. Anche se li metti in piedi, non camminano per conto loro; se stanno per cadere non sono capaci di rialzarsi. Mettere offerte davanti a loro è come metterle davanti ai morti.

27. I sacerdoti pagani offrono animali in sacrificio a quegli idoli, poi vendono la carne per fare soldi. Le loro mogli mettono sotto sale una parte di quella carne e la conservano per sé, senza dare niente ai poveri e ai malati. Anche le donne in stato di impurità, o dopo il parto, toccano le carni di quelle vittime.