Traduzione Interconfessionale in Lingua Corrente (Deuterocanonici)

Giosuè 8:27-34 Traduzione Interconfessionale in Lingua Corrente (Deuterocanonici) (TILCD)

27. Come il Signore aveva ordinato a Giosuè, gli Israeliti si impadronirono del bottino e del bestiame di Ai.

28. Ancor oggi, della città di Ai, che Giosuè fece bruciare e radere al suolo, rimane soltanto un cumulo di rovine abbandonate.

29. Giosuè fece impiccare a un albero il re di Ai e il suo cadavere restò appeso fino a sera. Al tramonto, per ordine di Giosuè, gli Israeliti lo tolsero dall’albero. Lo gettarono all’ingresso della città e lo seppellirono sotto un grande mucchio di pietre. Quel mucchio è ancora là.

30. Giosuè innalzò sul monte Ebal un altare al Signore, Dio d’Israele.

31. Era fatto di blocchi di pietra non ancora lavorati, secondo le istruzioni date agli Israeliti dal servo del Signore Mosè nel libro della legge. Su quell’altare offrirono al Signore sacrifici completi e sacrifici per il banchetto sacro.

32. Poi Giosuè incise su lastre di pietra una copia della legge che Mosè aveva scritto alla presenza degli Israeliti.

33. Tutti gli Israeliti, quelli del posto e quelli di fuori, si erano radunati con i loro anziani, i responsabili del popolo e i giudici. Erano schierati ai lati dell’arca dell’alleanza del Signore, di fronte ai sacerdoti della tribù di Levi, incaricati di portare l’arca. Metà del popolo voltava le spalle al monte Garizìm e l’altra metà al monte ∆Ebal. Così radunati, per la prima volta attendevano la benedizione, ∆come a suo tempo aveva ordinato Mosè, il servo del Signore.

34. Giosuè lesse ad alta voce tutte le parole della legge, comprese le benedizioni e le maledizioni, così come sono riportate nel libro della legge.