Traduzione Interconfessionale in Lingua Corrente (Deuterocanonici)

Giosuè 22:27-34 Traduzione Interconfessionale in Lingua Corrente (Deuterocanonici) (TILCD)

27. ma solo come segno per noi e per voi, da oggi e per sempre, perché si sappia che noi siamo fedeli al Signore e gli rendiamo culto con i nostri sacrifici e offerte. Abbiamo costruito questo altare per impedire che un giorno i vostri figli possano dire che le nostre tribù non hanno niente a che fare con il Signore.

28. Abbiamo pensato che, se in futuro questo dovesse capitare, allora i nostri figli potranno dire: “Guardate: i nostri padri hanno costruito un altare identico all’altare del Signore!”. Non l’abbiamo fatto con lo scopo di bruciarvi sacrifici o offerte, ma soltanto perché resti come segno tra la nostra gente e la vostra!

29. Mai abbiamo pensato di ribellarci al Signore e di abbandonarlo. Non vogliamo certamente costruire un altare per sacrifici e offerte in concorrenza con quello del Signore nostro Dio, che è davanti alla sua Abitazione!».

30. Il sacerdote Finees e i dieci capi della comunità che lo avevano accompagnato, capifamiglia delle tribù dell’ovest, ascoltarono le parole degli uomini delle tribù di Ruben, di Gad e di metà della tribù di Manasse e ne rimasero soddisfatti.

31. Il sacerdote Finees, figlio di Eleàzaro, disse loro: «Ora so che il Signore è con noi. Non vi siete ribellati contro di lui e così avete salvato il popolo d’Israele da un castigo del Signore».

32. Allora Finees e i capi lasciarono gli uomini di Ruben e di Gad. Dal territorio di Gàlaad tornarono nella terra di Canaan e raccontarono tutto agli Israeliti dell’ovest.

33. Essi furono soddisfatti e lodarono il Signore; non parlarono più di guerra e di invasione del territorio abitato dalle tribù di Ruben e di Gad.

34. Gli uomini di Ruben e di Gad chiamarono quell’altare «Testimone» e dissero: «Questo altare è testimone davanti a tutti noi che il Signore è Dio!».