Traduzione Interconfessionale in Lingua Corrente (Deuterocanonici)

Geremia 48:22-36 Traduzione Interconfessionale in Lingua Corrente (Deuterocanonici) (TILCD)

22. Dibon, Nebo, Bet-Diblatàim,

23. Kiriatàim, Bet-Gamul, Bet-Meon,

24. Keriòt e Bosra. Ha condannato tutte le città della regione, quelle vicine e quelle lontane.

25. «È finita la potenza di Moab,la sua forza è stata annientata».Questa è la sentenza del Signore.

26. Moab si è ribellato contro il Signore: perciò sarà costretto a bere fino a diventare ubriaco e a rotolarsi nel vomito. Allora la gente si prenderà gioco anche di lui,

27. come egli faceva con Israele: ne parlava, sempre con grandi cenni di disapprovazione, come se si fosse trattato di un delinquente.

28. Abitanti di Moab, abbandonate le cittàe andate a vivere tra le rocce!Fate come le colombe che costruiscono il nidosull’orlo dei precipizi.

29. Abbiamo sentito parlaredell’orgoglio smisurato di Moab,della sua superbia, arroganza e presunzione.

30. «Anch’io lo so, — dice il Signore. — A parole, egli è tanto prepotente e forte, ma in pratica è un buono a nulla!».

31. Per questo mi lamento a gran voce: compiango tutta la gente di Moab e gli abitanti di Kir-Cheres.

32. Piangerò per gli abitanti di Sibma più che per quelli di Iazer.I vigneti di Sibmasi estendevano fino al Mar Morto,i loro tralci giungevano fino a Iazer.Ma ora sono piombati i nemicie hanno distrutto raccolti e vendemmia.

33. Sono scomparse le feste chiassosedalle vigne e dai campi di Moab.Non si versa più il vino dai tini,nessuno pigia più l’uva,sono finite le grida di gioia.

34. Le grida di aiuto provenienti da Chesbon arrivano fino ad Elalè. Si odono grida fino a Iaas, da Soar fino a Coronàim e a Eglat-Selisià, perché anche l’oasi di Nimrìm è stata inghiottita dal deserto.

35. Il Signore afferma: «Farò sparire da Moab quelli che si recano ai luoghi sacri per offrire incenso alle loro divinità».

36. Perciò sono sconvolto per la sorte di Moab e per quella degli abitanti di Kir-Cheres. Il mio lamento è triste come un canto funebre, perché essi hanno perduto tutto il loro raccolto.