Traduzione Interconfessionale in Lingua Corrente (Deuterocanonici)

Geremia 44:9-17 Traduzione Interconfessionale in Lingua Corrente (Deuterocanonici) (TILCD)

9. Avete dimenticato tutte le azioni malvagie compiute dai vostri antenati, dai re di Giuda e dalle loro mogli, da voi stessi e dalle vostre mogli nel paese di Giuda e per le strade di Gerusalemme?

10. Fino a oggi, nessuno ha sentito rimorso, nessuno ha avuto timore, nessuno ha seguito l’insegnamento e i comandamenti che ho dato a voi, come li avevo già dati anche ai vostri antenati».

11. Geremia concluse: «Per tutti questi motivi, il Signore dell’universo, Dio d’Israele, vi dice: Mi metterò contro di voi e vi manderò una sciagura: distruggerò tutto il popolo di Giuda.

12. Distruggerò gli ultimi superstiti di Giuda, quelli che hanno deciso di venire a stabilirsi in Egitto: e proprio qui moriranno tutti. Cadranno sotto i colpi delle spade o saranno consumati dalla fame, tutti senza eccezione. Moriranno di spada o di fame e diventeranno un esempio terribile: saranno maledetti, insultati e disprezzati.

13. Interverrò contro quelli che si sono stabiliti in Egitto come sono intervenuto contro gli abitanti di Gerusalemme: con la spada, la fame e la peste.

14. Tra gli ultimi superstiti di Giuda che sono venuti a stabilirsi in Egitto, nessuno potrà né scampare né fuggire. Essi sognano ancora di ritornare a vivere nella terra di Giuda. Però nessuno vi ritornerà, eccetto pochi fuggiaschi».

15. Era presente un gruppo numeroso di uomini e di donne che si erano stabiliti in Egitto, nella regione di Patros. Gli uomini sapevano bene che le loro mogli offrivano incenso agli dèi stranieri. Tutti risposero a Geremia:

16. «Tu ci hai dato un ordine da parte del Signore, ma noi non vogliamo ascoltarti.

17. Anzi, faremo proprio quel che avevamo già deciso: bruceremo ancora incenso e offriremo vino a Istar, regina del cielo. Lo abbiamo già fatto nelle città di Giuda e per le strade di Gerusalemme come avevano fatto i nostri antenati, i nostri re e i capi del popolo. A quei tempi avevamo pane in abbondanza, tutto ci andava bene e non ci capitava nessuna disgrazia.