Traduzione Interconfessionale in Lingua Corrente (Deuterocanonici)

Geremia 38:16-26 Traduzione Interconfessionale in Lingua Corrente (Deuterocanonici) (TILCD)

16. Ma Sedecia fece in segreto questo giuramento a Geremia:— Davanti al Signore vivente che ci ha donato la vita, ti giuro che non ti farò morire né ti consegnerò nelle mani di quegli uomini che cercano di ucciderti.

17. Allora Geremia disse a Sedecia:— Questo è il messaggio del Signore, Dio dell’universo e Dio d’Israele: Se andrai ad arrenderti agli ufficiali del re di Babilonia, tu e la tua famiglia avrete salva la vita e questa città non sarà data alle fiamme.

18. Ma se non ti arrenderai, questa città sarà data in potere ai Babilonesi: la distruggeranno col fuoco e anche tu non riuscirai a sfuggire alle loro mani.

19. Sedecia rispose:— Ho paura degli abitanti di Giuda che sono passati dalla parte dei Babilonesi. C’è pericolo che cada nelle loro mani e che mi maltrattino.

20. Ma Geremia lo rassicurò:— No, questo non ti accadrà. Ascolta piuttosto quel che ti dico da parte del Signore e ti andrà tutto bene: avrai salva la vita.

21. Se invece rifiuti di arrenderti, senti quel che il Signore mi ha rivelato:

22. Tutte le donne rimaste ancora nel tuo palazzo saranno condotte agli ufficiali del re di Babilonia e diranno di te:«I suoi amici l’hanno ingannato.Si fidava di loro ma l’hanno imbrogliato.I suoi piedi affondano nel fangoe gli amici l’hanno lasciato».

23. Tutte le donne e i tuoi figli saranno prigionieri dei Babilonesi e nemmeno tu riuscirai a sfuggire dalle loro mani. Il re di Babilonia ti terrà prigioniero e distruggerà con il fuoco questa città.

24. Sedecia raccomandò a Geremia:— Non far sapere nulla a nessuno di questa conversazione, se non vuoi morire.

25. I dignitari di corte verranno a sapere che io ho parlato con te e ti chiederanno quel che mi hai detto. Minacceranno di ucciderti se non racconterai per filo e per segno che cosa ti ho confidato.

26. Ma tu risponderai che mi hai supplicato di non mandarti più nella casa di Giònata, per non morire in quella prigione.