Traduzione Interconfessionale in Lingua Corrente (Deuterocanonici)

Genesi 45:3-16 Traduzione Interconfessionale in Lingua Corrente (Deuterocanonici) (TILCD)

3. Giuseppe diceva ai suoi fratelli: «Sono io! Sono Giuseppe! È ancora in vita mio padre?».Ma i suoi fratelli erano tanto sconcertati di trovarsi dinanzi a lui che non riuscivano a rispondergli.

4. «Avvicinatevi a me!», disse allora Giuseppe ai suoi fratelli.Quando furono accanto a lui proseguì: «Io sono veramente Giuseppe, vostro fratello, quello che voi avete venduto perché fosse portato in Egitto!

5. Ora però non state ad angustiarvi e a rimproverarvi per avermi venduto. È Dio che mi ha fatto venire qui prima di voi per potervi salvare la vita.

6. Già da due anni la carestia infierisce ovunque e per altri cinque non vi sarà né aratura né mietitura.

7. Ma Dio mi ha inviato in questa terra davanti a voi, per tenervi da parte una scorta di viveri e così potervi salvare con una grande liberazione.

8. Dunque: non siete stati voi a mandarmi qui, ma Dio. Ed è sempre lui che ha fatto di me il più potente ministro del faraone, responsabile della sua corte e governatore dell’intero Egitto.

9. «Presto dunque, ritornate da mio padre e ditegli: Ecco quel che ti manda a dire Giuseppe, tuo figlio: Dio mi ha costituito padrone dell’intero Egitto. Vieni da me. Non tardare.

10. Ti stabilirai nella regione di Gosen e così sarai vicino a me, tu, i tuoi figli e i tuoi nipoti, con i tuoi greggi, i tuoi armenti e tutto quel che possiedi.

11. Lì io rifornirò di viveri te, la tua famiglia e i tuoi greggi. Vi saranno ancora cinque anni di carestia, ma a voi non mancherà nulla!

12. «Voi stessi — aggiunse Giuseppe — con i vostri propri occhi potete costatare che sono proprio io, e non un altro, che vi parla. E mio fratello Beniamino è in grado di confermarlo.

13. «Raccontate dunque a mio padre tutto quel che avete visto e ditegli quale posto di grande prestigio io occupo in Egitto! Poi datevi da fare per fare venire qui mio padre al più presto».

14. Giuseppe gettò le braccia al collo di suo fratello Beniamino e i due piansero insieme abbracciandosi.

15. Poi, sempre piangendo, Giuseppe abbracciò anche gli altri.A questo punto i suoi fratelli riuscirono a parlare con lui.

16. La notizia dell’accaduto si diffuse anche nel palazzo del faraone. Dicevano: «I fratelli di Giuseppe sono venuti in Egitto».E il faraone e i suoi ministri ne furono felici.