Traduzione Interconfessionale in Lingua Corrente (Deuterocanonici)

Genesi 42:9-23 Traduzione Interconfessionale in Lingua Corrente (Deuterocanonici) (TILCD)

9. Giuseppe allora ricordò i sogni che aveva fatto a loro riguardo, e aggiunse:— Siete solo spie! Siete venuti qui per scoprire i luoghi indifesi del nostro paese.

10. — Non è vero, signore — essi risposero. — Siamo venuti qui al solo scopo di comprare viveri.

11. Siamo tutti fratelli, gente onesta; non siamo spie.

12. — Niente affatto! — ribatté Giuseppe; — siete venuti a scoprire i luoghi indifesi del nostro paese!

13. Essi replicarono:— Noi, tuoi servi, veniamo dalla terra di Canaan e siamo fratelli, figli di uno stesso padre. Eravamo in dodici: il più giovane è rimasto con nostro padre e uno non c’è più.

14. Ma Giuseppe affermò:— Rimango della mia opinione: voi siete spie!

15. Se volete provarmi il contrario, fate venire il vostro fratello minore. Altrimenti non vi lascerò ripartire di qui. Lo giuro per la vita del faraone.

16. Mandate dunque uno di voi a prendere vostro fratello, mentre gli altri rimarranno in prigione. Così vedremo se avete detto la verità. Altrimenti, per la vita del faraone, sarà chiaro che siete spie.

17. E Giuseppe li fece rinchiudere in prigione per tre giorni.

18. Dopo tre giorni Giuseppe disse loro: «Io rispetto Dio! Fate come vi dico e avrete salva la vita.

19. Se davvero siete gente onesta, uno di voi deve restare qui come ostaggio nella prigione dove siete stati. Gli altri invece possono andarsene e portare il grano necessario a sfamare le loro famiglie.

20. Poi mi condurrete qui vostro fratello minore, così si vedrà se quel che dite è vero. Allora vivrete».Essi accettarono di fare così.

21. Intanto dicevano tra loro: «Siamo veramente castigati a causa di nostro fratello Giuseppe, perché abbiamo visto la sua angoscia quando ci supplicava e noi non l’abbiamo ascoltato. Ora questa stessa angoscia colpisce noi».

22. Ruben aggiunse: «Ve l’avevo detto, io, di non commettere quel delitto verso Giuseppe. Voi però non avete voluto darmi retta. E ora siamo puniti perché responsabili della sua morte».

23. Giuseppe si serviva di un interprete per comunicare con loro, così essi non si accorgevano che li capiva.