Traduzione Interconfessionale in Lingua Corrente (Deuterocanonici)

Baruc 2:2-17 Traduzione Interconfessionale in Lingua Corrente (Deuterocanonici) (TILCD)

2. Non si sono mai viste sotto il cielo cose simili a quelle che il Signore ha fatto a Gerusalemme, secondo le minacce scritte nella legge di Mosè.

3. Siamo arrivati al punto che qualcuno di noi ha mangiato le carni dei suoi figli e delle sue figlie.

4. Il Signore ci ha abbandonati in potere di tutti i regni confinanti. Abbiamo ricevuto insulti e disprezzo da tutti i popoli vicini in mezzo ai quali ci aveva dispersi.

5. Da padroni siamo diventati schiavi, perché abbiamo offeso il Signore nostro Dio e non abbiamo ubbidito alle sue parole.

6. Solo il Signore nostro Dio è giusto! La vergogna copre il nostro volto e quello dei nostri antenati, come si vede ancor oggi!

7. Ci sono piombate addosso tutte le disgrazie che il Signore ci aveva minacciate,

8. ma noi ci siamo rifiutati di invocare il Signore; non gli abbiamo chiesto di liberarci dai cattivi progetti che avevamo fatto.

9. Così, il Signore ha aspettato, poi ci ha mandato il castigo. Il Signore è giusto; ed è giusto tutto quel che ci ha comandato di fare,

10. ma noi non abbiamo ubbidito alle sue parole, quando ci invitava a seguire i comandamenti che ci ha dati».

11. «Signore, Dio d’Israele, tu con la tua forza hai fatto uscire il nostro popolo dall’Egitto. Hai compiuto grandi meraviglie con la tua potenza irresistibile. Così ti sei fatto un nome glorioso, come si vede ancor oggi.

12. Signore, nostro Dio: noi abbiamo peccato; ti siamo stati infedeli e abbiamo trasgredito tutti i tuoi comandamenti.

13. Ma allontana da noi il tuo sdegno! Siamo abbandonati, siamo un piccolo numero tra i popoli dove ci hai dispersi.

14. Ascolta, o Signore, la nostra preghiera che rivolgiamo a te. Risparmiaci per amor tuo! Facci trovare benevolenza presso quelli che ci hanno deportati.

15. Tutti gli abitanti della terra sappiano che tu sei il Signore, nostro Dio: infatti Israele è il tuo popolo.

16. Guarda, o Signore, dal cielo dove abiti e pensa a noi. Tendi l’orecchio, o Signore, e ascolta.

17. Apri i tuoi occhi e renditi conto che i morti, ormai senza vita, non possono nella tomba lodarti e ringraziarti per la tua salvezza.