Traduzione Interconfessionale in Lingua Corrente (Deuterocanonici)

Atti 25:11-20 Traduzione Interconfessionale in Lingua Corrente (Deuterocanonici) (TILCD)

11. Se dunque sono colpevole e ho fatto qualcosa che merita la morte, io non rifiuto di morire. Ma se non c’è niente di vero nelle accuse che questa gente lancia contro di me, nessuno ha potere di consegnarmi a loro. Io faccio ricorso all’imperatore.

12. Allora Festo si consultò con i suoi consiglieri. Poi decise:— Tu hai fatto ricorso all’imperatore e dall’imperatore andrai.

13. Alcuni giorni dopo il re Agrippa e sua sorella Berenìce arrivarono a Cesarèa per salutare Festo.

14. Siccome si fermarono parecchi giorni, Festo raccontò al re il caso di Paolo. Gli disse: «Il governatore Felice mi ha lasciato qui un prigioniero.

15. Quando io mi trovavo a Gerusalemme vennero da me i capi dei *sacerdoti e i capi degli Ebrei per accusarlo e mi domandarono di condannarlo.

16. Risposi loro che i Romani non hanno l’abitudine di condannare un uomo prima che egli abbia la possibilità di difendersi davanti ai suoi accusatori.

17. I capi dei sacerdoti e i capi degli Ebrei vennero dunque qui da me, e io, senza perder tempo, il giorno dopo cominciai il processo e vi feci condurre anche Paolo.

18. Quelli che lo accusavano si misero attorno a lui, e io pensavo che lo avrebbero accusato di alcuni delitti. Invece no:

19. si trattava solo di questioni che riguardano la loro religione e un certo Gesù, che è morto, mentre Paolo sosteneva che è ancora vivo.

20. Di fronte a un caso come questo io non sapevo che decisione prendere; perciò domandai a Paolo se accettava di andare a Gerusalemme e di essere processato in quella città.