Traduzione Interconfessionale in Lingua Corrente (Deuterocanonici)

Atti 21:25-40 Traduzione Interconfessionale in Lingua Corrente (Deuterocanonici) (TILCD)

25. «Ai pagani che sono diventati cristiani noi abbiamo fatto conoscere per lettera le nostre decisioni: essi non devono mangiare la carne di animali sacrificati agli idoli; non devono mangiare il sangue o la carne di animali morti per soffocamento; infine devono astenersi dai disordini sessuali».

26. Paolo prese con sé quei quattro uomini e con loro, il giorno seguente, partecipò al rito della purificazione. Poi entrò nel Tempio per far sapere ai *sacerdoti quando scadeva il loro voto: per quel giorno infatti ciascuno di loro doveva offrire il sacrificio.

27. Stavano ormai per finire i sette giorni, quando gli Ebrei della provincia dell’Asia videro Paolo nel Tempio. Eccitarono la folla contro di lui e riuscirono a prenderlo.

28. Gridavano: «Uomini d’Israele, venite ad aiutarci! Questo è l’uomo che va predicando a tutti e dappertutto contro il popolo d’Israele, contro la *legge di Mosè e contro il Tempio di Dio. Adesso, per di più, ha fatto entrare alcuni non Ebrei nel Tempio e così ha profanato questo luogo santo».

29. Poco prima infatti essi avevano visto Paolo in giro per la città in compagnia di Tròfimo, nativo di Efeso, e pensavano che Paolo lo avesse fatto entrare nel Tempio.

30. Allora in tutta la città ci fu grande agitazione e il popolo accorse da ogni parte. Presero Paolo e lo trascinarono fuori del Tempio. Poi chiusero subito le porte del Tempio.

31. La gente stava cercando di ucciderlo, ma qualcuno salì in fretta dal comandante romano e gli disse: «Tutta Gerusalemme è in agitazione».

32. Subito il comandante prese con sé alcuni soldati e ufficiali e si precipitò verso la folla. Vedendo il comandante e i soldati, gli Ebrei smisero di picchiare Paolo.

33. Allora il comandante si avvicinò, e arrestò Paolo e lo fece legare con due catene. Intanto chiedeva alla gente: «Chi è costui? Che cosa ha fatto?».

34. Ma in mezzo alla folla chi gridava una cosa, chi un’altra. Non potendo conoscere con sicurezza quel che era accaduto, a causa della confusione, il comandante ordinò di condurre Paolo nella fortezza.

35. Quando arrivarono ai gradini della fortezza, la folla premeva con tale violenza che i soldati dovettero prendere Paolo sulle spalle.

36. Una gran massa di popolo infatti veniva dietro e gridava: «A morte!».

37. Mentre lo portavano nella fortezza, Paolo disse al comandante dei soldati:— Posso dirti una cosa?Il comandante allora gli disse:— Come, tu sai parlare in greco?

38. Non sei tu, dunque, quell’Egiziano che recentemente ha provocato una rivolta e ha condotto nel deserto quattromila briganti?

39. Paolo rispose:— Io sono un Ebreo nato a Tarso, una città abbastanza importante della Cilicia. Ti prego, permettimi di parlare al popolo.

40. Il comandante acconsentì. Allora Paolo in piedi, dall’alto della scala, con un cenno della mano invitò la folla a tacere. Ottenuto il silenzio Paolo cominciò a parlare loro in ebraico così: