Traduzione Interconfessionale in Lingua Corrente (Deuterocanonici)

2 Samuele 7:7-18 Traduzione Interconfessionale in Lingua Corrente (Deuterocanonici) (TILCD)

7. Ho fatto, insieme con gli Israeliti, molto cammino e ho affidato a molti capi il compito di guidare Israele, mio popolo, come i pastori col gregge. Non ho mai chiesto a nessuno di loro, neppure una volta, perché non mi costruivano un tempio con legname pregiato».

8. Il Signore disse ancora a Natan: «Devi dire al mio servo Davide che io, il Signore dell’universo, gli mando questo messaggio: Tu eri un pastore e seguivi il gregge. Io ti ho preso di là, per farti diventare capo d’Israele, mio popolo.

9. Sono stato al tuo fianco in ogni tua impresa, ho distrutto tutti i nemici che incontravi e ora ti farò diventare molto famoso come gli uomini più importanti della terra.

10. Voglio fissare per il mio popolo, Israele, un luogo dove possa stabilirsi e abitare senza più paura di nessuno. Non sarà più oppresso da gente malvagia, come avveniva un tempo,

11. anche quando avevo messo i giudici a capo d’Israele, mio popolo. Ora, invece, ti ho dato tranquillità da tutti i tuoi nemici. E io, il Signore, ti annunzio che sarò io a costruire a te una casa!

12. Quando, al termine della tua vecchiaia, morirai e sarai sepolto con i tuoi padri, io metterò al tuo posto uno dei tuoi figli, nato da te, e fortificherò il suo regno.

13. Sarà lui a costruire una casa per il mio Nome, e io gli assicurerò per sempre una dinastia.

14. Lui sarà un figlio per me, e io sarò suo padre: se peccherà, lo castigherò per mezzo di altri uomini, come un padre castiga il figlio,

15. ma non gli negherò mai la mia fedeltà, come invece ho fatto con Saul, che ho respinto per far posto a te.

16. La tua famiglia e il tuo regno saranno stabili per sempre dopo di te, e la tua dinastia non finirà mai».

17. Natan riferì a Davide tutto quel che Dio gli aveva fatto conoscere in questa visione.

18. Davide andò alla presenza del Signore e pronunziò questa preghiera:«O Signore Dio, tu mi hai fatto arrivare a una meta di cui né io né la mia famiglia siamo degni.