Traduzione Interconfessionale in Lingua Corrente (Deuterocanonici)

2 Samuele 14:1-13 Traduzione Interconfessionale in Lingua Corrente (Deuterocanonici) (TILCD)

1. Ioab figlio di Seruià si accorse che Davide pensava ad Assalonne.

2. Mandò a chiamare una donna saggia del villaggio di Tekoa e le disse: «Fingi di essere in lutto: non profumarti, mettiti l’abito da lutto, insomma comportati come una che piange un morto da molti giorni.

3. Poi va’ a parlare al re». E Ioab suggerì alla donna quel che doveva dire.

4. La donna di Tekoa andò dal re, lo salutò con l’inchino fino a terra e cominciò:— Aiutami, o mio re!

5. — Che cosa ti succede?— Sono una povera vedova in lutto, — rispose; — mio marito è morto.

6. Avevo due figli. Essi un giorno litigarono in campagna: non c’era nessuno che li separasse, così uno ha colpito l’altro e l’ha ucciso.

7. Allora, o mio re, i parenti sono corsi da me a dirmi: «Consegnaci l’assassino: dobbiamo ucciderlo per vendicare il fratello che ha ammazzato; dobbiamo impedire che diventi lui l’erede». Così, o mio re, spegneranno l’ultima speranza che mi resta, lasceranno il mio povero marito senza un figlio che continui il suo nome.

8. — Torna a casa tranquilla, — rispose Davide, — darò disposizioni per il tuo caso.

9. — Mio signore, — replicò la donna di Tekoa, — ogni responsabilità ricada su di me e sulla mia famiglia, non su di te e sulla tua corte.

10. — No, — rispose il re; — se qualcuno avrà da dire qualcosa contro di te, mandalo qui e non ti infastidirà più.

11. — Allora — continuò la donna — in nome del Signore tuo Dio, ordina che la vendetta di sangue non aggravi la disgrazia e che non sia ucciso anche l’altro mio figlio.— Lo giuro per il Signore, — rispose Davide. — Non permetterò che si tocchi un capello a tuo figlio.

12. — Posso dire ancora una parola al mio re? — insistette la donna.— Parla!

13. — Perché allora, — disse la donna, — non giudichi allo stesso modo a favore del popolo di Dio? Dopo quanto hai detto, ti rendi colpevole se impedisci il ritorno di quella persona che lasci in esilio.