Traduzione Interconfessionale in Lingua Corrente (Deuterocanonici)

2 Re 23:15-33 Traduzione Interconfessionale in Lingua Corrente (Deuterocanonici) (TILCD)

15. Giosia demolì anche l’altare del santuario sulla collina a Betel, fatto costruire da Geroboamo figlio di Nebat, quello che fece peccare gli Israeliti. Distrusse altare e santuario, poi bruciò e ridusse tutto in cenere, anche il palo sacro della dea Asera.

16. In quell’occasione, Giosia si guardò intorno e vide alcune tombe sul monte. Mandò a prelevare le ossa di quelle tombe, le bruciò sull’altare e, in questo modo, lo sconsacrò. Si avverò così il messaggio del Signore riferito da un antico profeta.

17. Giosia chiese:— Che cos’è quel monumento che vedo laggiù?Gli abitanti della città gli risposero:— È la tomba del profeta venuto dal regno di Giuda a preannunziare quel che tu hai appena fatto all’altare di Betel.

18. Giosia disse:— Allora lasciatela stare: nessuno tocchi le ossa del profeta.Così le sue ossa furono risparmiate, insieme con quelle del profeta venuto da Samaria.

19. Giosia eliminò anche tutti i santuari sulle colline, che i re d’Israele avevano costruito nelle città della regione di Samaria, provocando l’indignazione del Signore. Giosia ripeté dappertutto quel che aveva fatto a Betel.

20. Sugli altari di ogni santuario fece uccidere i sacerdoti e bruciò ossa umane. Infine rientrò a Gerusalemme.

21. Il re Giosia ordinò a tutto il popolo: «Celebrate la Pasqua per il Signore, vostro Dio, com’è scritto sul libro dell’alleanza».

22. Per tutto il tempo dei re d’Israele e di Giuda la Pasqua non era più stata celebrata: l’ultima volta era stata celebrata al tempo in cui in Israele governavano i giudici.

23. La Pasqua per il Signore fu dunque nuovamente celebrata nel diciottesimo anno di regno di Giosia.

24. Giosia fece anche sparire dal territorio di Giuda e da Gerusalemme quelli che praticavano incantesimi, quelli che consultavano gli spiriti, le divinità familiari, gli idoli e altre cose ugualmente detestabili. Giosia voleva così mettere in pratica le leggi scritte nel libro che il sacerdote Chelkia aveva trovato nel tempio.

25. Prima di Giosia non c’era stato alcun altro re che fosse tornato al Signore con tutto il cuore, con tutta la mente e con tutte le forze, seguendo l’intera legge di Mosè. Neppure dopo, ce ne fu un altro come lui.

26. Eppure il Signore non poté placare la sua ardente ira contro il regno di Giuda: Manasse lo aveva troppo esasperato.

27. Perciò il Signore disse: «Scaccerò lontano da me anche il popolo del regno di Giuda, come ho fatto con il popolo del regno d’Israele. Respingerò Gerusalemme, la città che mi ero scelta, la città di cui avevo detto: Lì, manifesterò la mia presenza!».

28. Gli altri fatti della vita di Giosia sono scritti nella ‘Storia dei re di Giuda’.

29. Durante il suo regno, il re d’Egitto, il faraone Necao, marciò verso il fiume Eufrate, per raggiungere il re d’Assiria. Il re Giosia si diresse contro di lui, ma, a Meghiddo, Necao lo uccise appena lo vide.

30. I suoi ufficiali lo misero già cadavere su un carro e lo trasportarono a Gerusalemme, dove lo seppellirono nella sua tomba. Il popolo consacrò re suo figlio Ioacàz, versandogli olio sul capo.

31. Ioacàz divenne re a ventitré anni. Regnò a Gerusalemme per tre mesi. Sua madre si chiamava Camutàl, era figlia di un certo Geremia e veniva da Libna.

32. Ioacàz andò contro la volontà del Signore, proprio come avevano fatto i suoi antenati.

33. Il faraone Necao lo fece imprigionare nella città di Ribla, nella regione di Camat, per impedirgli di regnare a Gerusalemme, e impose al regno di Giuda un tributo di circa trentacinque quintali d’argento e trentacinque chili d’oro.