Traduzione Interconfessionale in Lingua Corrente (Deuterocanonici)

2 Maccabei 9:13-25 Traduzione Interconfessionale in Lingua Corrente (Deuterocanonici) (TILCD)

13. Quel maledetto si mise allora a pregare il Signore, ma il Signore non poteva più avere misericordia di lui.Antioco promise

14. al Signore di dichiarare libera Gerusalemme, la città santa, dove prima voleva recarsi con tanta fretta per raderla al suolo e farne una fossa di cadaveri.

15. Prima pensava che gli Ebrei non erano degni di sepoltura, ma buoni soltanto a servire da cibo agli uccelli rapaci o a essere gettati in pasto alle belve, essi e i loro bambini. Ora, invece, si impegnò a dare agli Ebrei gli stessi privilegi che godevano gli Ateniesi.

16. Promise poi di abbellire il tempio santo con magnifici doni, lui che prima l’aveva saccheggiato. Era deciso a restituire i vasi sacri del tempio, e in numero ancora maggiore, e si impegnava anche a provvedere di tasca sua alle spese per l’offerta dei sacrifici.

17. Arrivò persino a promettere di farsi ebreo e di mettersi a percorrere il mondo intero, con l’intenzione di proclamare dappertutto la potenza di Dio.

18. Ma il giusto giudizio di Dio pesava ormai su di lui e le sue sofferenze non gli diedero tregua un solo istante. Alla fine, privo di ogni speranza, Antioco scrisse agli Ebrei una lettera che aveva il tono di una supplica. Il testo della lettera era questo:

19. «Il re e comandante supremo Antioco augura agli ottimi cittadini ebrei gioia, salute e prosperità.

20. Se voi e i vostri figli state bene e gli affari vanno secondo i vostri desideri, io ringrazio vivamente il cielo.

21. «Io, da un po’ di tempo, mi sento senza forze, ma vi ricordo con affetto. Dopo il mio ritorno dalla Persia, sono caduto in una brutta malattia. Perciò ritengo necessario pensare alla sicurezza di tutti.

22. Non che io disperi della mia situazione; al contrario ho una grande fiducia di guarire.

23. «Ricordo però che anche mio padre, quando fece spedizioni nelle regioni settentrionali designò lui stesso il suo successore.

24. Così nel caso di qualche imprevisto o di qualche brutta notizia, gli abitanti del paese non dovevano preoccuparsi, perché sapevano a chi era stato lasciato il potere.

25. «Io devo tenere conto che i re e le nazioni vicine stanno all’erta e aspettano solo il momento buono per approfittarne. Perciò ho designato re mio figlio Antioco, che spesso affidai e raccomandai ai più ragguardevoli di voi quando dovevo andare nelle regioni settentrionali per motivi urgenti. Ho mandato a mio figlio Antioco la lettera qui allegata.