Traduzione Interconfessionale in Lingua Corrente (Deuterocanonici)

2 Maccabei 8:24-36 Traduzione Interconfessionale in Lingua Corrente (Deuterocanonici) (TILCD)

24. Dio, con la sua onnipotenza, combatté al loro fianco. Così Giuda e i suoi uomini uccisero più di novemila nemici. Ferirono e mutilarono molti dei soldati di Nicànore e costrinsero tutti gli altri a fuggire.

25. Riuscirono anche a mettere le mani sul denaro dei mercanti, che erano venuti a comprarli come schiavi. Inseguirono i nemici in fuga per un bel pezzo di strada; ma poi tornarono indietro, perché si era fatto tardi

26. ed era la vigilia del sabato. Perciò non continuarono l’inseguimento,

27. ma si limitarono a raccogliere le armi e i bagagli dei nemici. Poi passarono il sabato benedicendo più che mai il Signore. Lo lodarono perché in quell’occasione aveva fatto scendere su di loro, come rugiada, le prime gocce della sua misericordia.

28. L’indomani distribuirono una parte del bottino alle vittime della persecuzione, alle vedove e agli orfani. Il resto lo divisero tra loro stessi e i propri figli.

29. Infine, si misero a pregare tutti insieme. Chiesero al Signore di avere misericordia e di trattare con bontà i suoi servi.

30. Giuda e i suoi uomini attaccarono anche i soldati di Timòteo e di Bàcchide e ne uccisero più di ventimila. Si impadronirono di alcune fortezze situate sulle alture. Divisero il grosso bottino in parti uguali: per sé, per i perseguitati, per gli orfani e le vedove, senza dimenticare gli anziani.

31. Raccolsero con cura le armi dei nemici e le deposero in luoghi sicuri, il resto del bottino lo portarono invece a Gerusalemme.

32. In quell’occasione Giuda e i suoi uomini uccisero anche un capotribù del seguito di Timòteo, un farabutto che aveva fatto molto male agli Ebrei.

33. Tornati a Gerusalemme, mentre festeggiavano la vittoria, bruciarono vivi quelli che avevano incendiato le porte del tempio e che insieme con ∆Callìstene avevano cercato rifugio in una piccola casa. Così quegli empi furono ripagati come si meritavano.

34. Nicànore, quel gran maledetto, aveva portato con sé mille mercanti per vendere gli Ebrei come schiavi.

35. Ma, grazie all’intervento del Signore, fu umiliato proprio da loro che lui credeva buoni a nulla. Egli buttò via la sua splendida veste e si mise a fuggire per i campi, come uno schiavo appena scappato. Arrivò ad Antiòchia, solo e abbandonato da tutti. E poteva ancora dirsi fortunato, dopo che il suo esercito era stato distrutto.

36. Nicànore aveva promesso ai Romani di pagare il tributo con la vendita dei cittadini di Gerusalemme che avrebbe fatto prigionieri. Ora proprio lui diceva apertamente che il Dio degli Ebrei era un grande difensore. Anzi affermava che erano invincibili perché seguivano le leggi che quel difensore aveva loro comandato di osservare.