Traduzione Interconfessionale in Lingua Corrente (Deuterocanonici)

2 Maccabei 7:15-30 Traduzione Interconfessionale in Lingua Corrente (Deuterocanonici) (TILCD)

15. Subito dopo portarono alla tortura anche il quinto fratello.

16. Ma lui, fissando il re, disse: «Anche se sei mortale come noi, tu hai il potere sugli uomini e perciò fai quello che vuoi. Non credere però che Dio abbia abbandonato il nostro popolo.

17. Aspetta ancora un po’, e farai i conti con la grande potenza di Dio. Egli castigherà te e i tuoi discendenti».

18. Dopo di lui portarono il sesto fratello. Mentre moriva disse al re: «Non illuderti senza ragione. Noi soffriamo queste cose per colpa nostra: abbiamo infatti peccato contro il nostro Dio. Per questo ci capitano queste terribili prove.

19. Ma tu che hai osato combattere contro Dio, non credere di restare senza castigo».

20. Degna di essere ammirata e ricordata più di tutti fu la madre. Essa vide morire in un sol giorno i suoi sette figli. Eppure sopportò la prova con coraggio, per la speranza che aveva nel Signore.

21. In ebraico li esortava, a uno a uno. Piena di nobili sentimenti, univa la tenerezza femminile a un coraggio da uomo. Diceva loro:

22. «L’inizio della vostra vita dentro di me è stata una cosa meravigliosa, che continua a sorprendermi. Non sono stata io a darvi il respiro e la vita. Non sono stata io a formare le membra di ciascuno di voi.

23. Il Creatore del mondo, che sta all’origine di tutte le cose, forma anche l’uomo. Voi trascurate voi stessi per amore delle sue leggi, ma lui, nella sua bontà, vi darà di nuovo il respiro e la vita».

24. Antioco allora si sentì offeso. Pensava che quelle parole fossero un rimprovero per lui. Siccome il più giovane dei fratelli era ancora in vita, egli lo esortava, non solo a parole, ma anche con giuramenti e gli faceva promesse. Se si fosse staccato dalle tradizioni dei suoi padri, lo avrebbe fatto ricco e felice; lo avrebbe considerato amico e gli avrebbe dato pubblici incarichi.

25. Ma il giovane non badava affatto a queste parole. Allora il re fece chiamare la madre e la invitò a consigliare il ragazzo perché salvasse la propria vita.

26. Siccome il re insisteva tanto, la madre accettò di dare consigli al figlio.

27. Si curvò sopra di lui e a dispetto del crudele tiranno, disse nella lingua dei suoi padri: «Figlio mio, abbi compassione di me che per nove mesi ti ho portato in seno e per tre anni ti ho allattato. Ti ho allevato, ti ho dato il nutrimento e ti ho portato a questa età.

28. Ti scongiuro, figlio mio, guarda il cielo e la terra e osserva tutte le cose che si trovano in essi. Sappi che il Signore non le ha ricavate da cose che esistevano prima; e nello stesso modo egli ha fatto il genere umano.

29. Non aver paura di questo carnefice. Sii degno dei tuoi fratelli e accetta la morte. Così, io ti riavrò insieme ai tuoi fratelli, quando il Signore manifesterà la sua misericordia».

30. La madre stava ancora parlando, quando il giovane disse: «Che cosa aspettate? Io non ubbidisco al comando del re, ma solo alla legge che Dio ha dato ai nostri padri per mezzo di Mosè.