Traduzione Interconfessionale in Lingua Corrente (Deuterocanonici)

2 Maccabei 6:6-21 Traduzione Interconfessionale in Lingua Corrente (Deuterocanonici) (TILCD)

6. Nel giorno di sabato non si potevano tenere le pratiche religiose. Era proibito osservare le feste tradizionali, e anche solo dichiarare di essere ebreo.

7. Ogni mese, quando il re celebrava il giorno della sua nascita, tutti venivano costretti a mangiare le vittime dei sacrifici. ∆Nella festa del dio Diòniso, c’era l’obbligo di partecipare ai cortei, portando corone d’edera.

8. I cittadini di Tolemàide ottennero un decreto riguardante città greche vicine: «Gli Ebrei sono obbligati a partecipare ai banchetti sacri.

9. Chi rifiuta le nuove usanze greche sia condannato a morte». Tutto lasciava prevedere che una grande disgrazia era vicina.

10. Difatti, due donne fecero circoncidere i loro figli e per questo vennero denunziate. Furono trascinate in giro per la città, con i bambini appesi al seno e gettate giù dalle mura.

11. Altri Ebrei si radunarono nelle grotte vicino a Gerusalemme, per celebrare in segreto il giorno di sabato. Denunziati a Filippo, furono bruciati vivi, senza che tentassero di difendersi, per rispetto alla santità del sabato.

12. Raccomando ai miei lettori di non lasciarsi scoraggiare da queste disgrazie. Al contrario, essi dovrebbero pensare: Il Signore punisce il nostro popolo, non per annientarlo, ma per riportarlo sulla strada giusta.

13. Infatti, è un segno della sua grande bontà se egli non lascia i peccatori per lungo tempo senza castigo, ma li raggiunge con qualche prova.

14. Il Signore non ha pensato di comportarsi con noi come fa con gli altri popoli. Egli aspetta con pazienza a punirli, fino a quando siano al colmo delle loro colpe.

15. Per punire noi, invece, egli non aspetta che i nostri peccati giungano all’estremo.

16. Perciò egli non ci nega mai la sua misericordia, e anche quando ci corregge con qualche disgrazia, non abbandona mai il suo popolo.

17. Le riflessioni che abbiamo fatto servano di ammonimento. Ora è tempo di continuare il racconto.

18. Eleàzaro, uno dei principali maestri della Legge, era già avanti negli anni, ma ancora di bell’aspetto. Un giorno fu costretto ad aprire la bocca per ingoiare carne di maiale.

19. Ma egli, volontariamente, andò verso il martirio, preferendo morire gloriosamente piuttosto che vivere nella vergogna.

20. Perciò sputò fuori quella carne. Questo è un esempio per coloro che rifiutano di mangiare cibi proibiti anche a costo della vita.

21. Allora quelli che avevano la responsabilità di quell’empio banchetto presero Eleàzaro in disparte. Per l’antica amicizia che avevano con lui, gli consigliarono di farsi portare carni che gli era consentito di mangiare. Le avrebbe preparate lui stesso e avrebbe finto di mangiare le carni consacrate agli idoli, secondo il comando del re.