Traduzione Interconfessionale in Lingua Corrente (Deuterocanonici)

2 Maccabei 4:4-19 Traduzione Interconfessionale in Lingua Corrente (Deuterocanonici) (TILCD)

4. Onia, allora, si rese conto che quella discordia era pericolosa, dato che Apollonio, figlio di Menesteo, governatore delle regioni della Celesiria e della Fenicia, incitava la cattiveria di Simone.

5. Onia andò dal re, non per accusare i cittadini, ma per difendere il bene pubblico e privato di tutto il popolo.

6. Onia infatti era convinto che senza l’intervento del re non si poteva più mettere pace nella vita della nazione, e Simone non avrebbe messo limiti alla sua follia.

7. Intanto Seleuco morì e Antioco, detto anche Epifane, divenne re al suo posto. ∆Giasone, fratello di Onia, ottenne con sistemi corrotti la carica di sommo sacerdote:

8. andò a trovare il re e gli promise più di centoventi quintali d’argento e altri ventisette provenienti da altre entrate.

9. Egli promise in aggiunta cinquanta quintali d’argento se avesse ottenuto il permesso di fondare, di sua autorità, una palestra e una ∆scuola per i giovani, e di ∆dare la cittadinanza antiochena agli abitanti di Gerusalemme.

10. Il re fu d’accordo e Giasone, preso il potere, impose subito alla nazione il modo di vivere dei Greci.

11. Negli anni precedenti, i re avevano benignamente fatto delle concessioni agli Ebrei: per loro aveva interceduto Giovanni, padre di quell’Eupòlemo che era andato a Roma per concludere un patto di amicizia e di alleanza con i Romani. Ora invece Giasone ∆abolì quei privilegi, distrusse le legittime istituzioni e introdusse consuetudini contrarie alla legge di Mosè.

12. Giasone si affrettò a fondare una palestra proprio sotto la fortezza, e obbligò i giovani più vigorosi a frequentarla.

13. L’influenza greca cominciò quindi a farsi sentire. Gerusalemme fu totalmente invasa dalla moda straniera a causa dell’arroganza dell’empio Giasone, che non si comportava affatto come sommo sacerdote.

14. I sacerdoti non curavano più la liturgia, anzi disprezzavano il tempio, trascuravano i sacrifici e, al primo segnale dato col disco nella palestra, partecipavano con ardore ai giochi proibiti dalla legge di Dio.

15. Non avevano più stima delle gloriose imprese della loro patria e invece apprezzavano al massimo gli onori promessi dai Greci.

16. A causa di tutto questo, una grossa disgrazia piombò su di loro: proprio quelli di cui imitavano le gare atletiche e ai quali volevano somigliare in tutto, si trasformarono in loro nemici e violenti contestatori.

17. Non si possono trasgredire impunemente le leggi di Dio, e lo si vedrà nel racconto che segue.

18. A Tiro si celebravano i giochi quinquennali ed era presente anche il re.

19. Il criminale Giasone vi mandò come spettatori alcuni abitanti di Gerusalemme, che avevano la cittadinanza antiochena. Diede ad essi trecento monete d’argento per offrire un sacrificio in onore di Ercole. Gli inviati però non le usarono per il sacrificio, ma per un altro scopo.