Traduzione Interconfessionale in Lingua Corrente (Deuterocanonici)

2 Maccabei 4:12-24 Traduzione Interconfessionale in Lingua Corrente (Deuterocanonici) (TILCD)

12. Giasone si affrettò a fondare una palestra proprio sotto la fortezza, e obbligò i giovani più vigorosi a frequentarla.

13. L’influenza greca cominciò quindi a farsi sentire. Gerusalemme fu totalmente invasa dalla moda straniera a causa dell’arroganza dell’empio Giasone, che non si comportava affatto come sommo sacerdote.

14. I sacerdoti non curavano più la liturgia, anzi disprezzavano il tempio, trascuravano i sacrifici e, al primo segnale dato col disco nella palestra, partecipavano con ardore ai giochi proibiti dalla legge di Dio.

15. Non avevano più stima delle gloriose imprese della loro patria e invece apprezzavano al massimo gli onori promessi dai Greci.

16. A causa di tutto questo, una grossa disgrazia piombò su di loro: proprio quelli di cui imitavano le gare atletiche e ai quali volevano somigliare in tutto, si trasformarono in loro nemici e violenti contestatori.

17. Non si possono trasgredire impunemente le leggi di Dio, e lo si vedrà nel racconto che segue.

18. A Tiro si celebravano i giochi quinquennali ed era presente anche il re.

19. Il criminale Giasone vi mandò come spettatori alcuni abitanti di Gerusalemme, che avevano la cittadinanza antiochena. Diede ad essi trecento monete d’argento per offrire un sacrificio in onore di Ercole. Gli inviati però non le usarono per il sacrificio, ma per un altro scopo.

20. Così quel che dal mittente era stato destinato al sacrificio in onore di Ercole, per iniziativa di quegli uomini fu impiegato per la costruzione di alcune navi.

21. In Egitto si celebrava l’incoronazione del re Filomètore. Antioco aveva mandato là per assistere alla cerimonia Apollonio, figlio di Menesteo, e da lui venne a sapere che il re non approvava la sua politica. Pensò allora di mettersi al sicuro. Prima andò a Giaffa e poi arrivò a Gerusalemme.

22. Giasone e gli abitanti della città lo accolsero con grandi onori. Fece il suo ingresso in città tra fiaccolate e acclamazioni. Poi con l’esercito andò verso la Fenicia.

23. Tre anni dopo, Giasone mandò Menelao dal re per portargli del denaro e per trattare alcuni affari urgenti. Menelao, fratello di quel Simone di cui abbiamo già parlato,

24. andò dal re e gli presentò i suoi omaggi come fanno gli uomini potenti. Offrì oltre cento quintali d’argento in più di Giasone, e così si accaparrò la carica di sommo sacerdote.