Traduzione Interconfessionale in Lingua Corrente (Deuterocanonici)

2 Maccabei 15:19-33 Traduzione Interconfessionale in Lingua Corrente (Deuterocanonici) (TILCD)

19. Anche nella gente rimasta in città l’angoscia non era minore, ansiosa com’era per la sorte dei soldati sul campo di battaglia.

20. Mentre tutti erano in attesa dello scontro imminente, i nemici si erano riuniti e ormai si schieravano in ordine di battaglia. Gli elefanti furono sistemati in posizione strategica e la cavalleria disposta ai lati.

21. Giuda Maccabeo, quando si vide davanti le truppe nemiche, quel grande spiegamento d’armi e l’aspetto feroce degli elefanti, stese le mani al cielo e invocò il Signore che compie prodigi. Era sicuro che la vittoria non dipende tanto dalla forza degli eserciti, quanto piuttosto dalla decisione del Signore, che fa vincere quelli che ne sono degni.

22. Giuda fece questa preghiera: «Signore, al tempo di Ezechia, re della Giudea, tu hai mandato il tuo angelo che uccise nell’accampamento di Sennàcherib centottantacinquemila soldati.

23. Manda anche questa volta, o Dio dell’universo, un angelo buono alla nostra testa, perché semini paura e terrore tra i nostri nemici.

24. Intervieni con la tua potenza e sconfiggi costoro che sono venuti contro il tuo popolo santo, e vomitano bestemmie dalle loro bocche!». Con queste parole terminò la sua preghiera.

25. Mentre gli uomini di Nicànore avanzavano al suono della tromba e tra canti di guerra,

26. i soldati di Giuda andarono all’attacco, facendo invocazioni e preghiere.

27. Con le mani combattevano e nei loro cuore pregavano Dio. Abbatterono almeno trentacinquemila nemici e si rallegrarono molto perché Dio aveva di nuovo manifestato la sua potenza.

28. Al termine della battaglia, quando ormai tutti si ritiravano soddisfatti, gli uomini di Giuda scoprirono il cadavere di Nicànore, che era caduto nonostante l’armatura che aveva addosso.

29. Allora ci fu una grande agitazione e si misero a gridare. Poi tutti, nella lingua dei loro padri, ringraziarono l’Onnipotente.

30. E Giuda, che per i suoi connazionali si era sempre dato anima e corpo e aveva sempre dimostrato per essi il più tenero affetto, comandò di tagliare a Nicànore la testa e il braccio e di portarli a Gerusalemme.

31. Giunto in città, Giuda convocò i suoi connazionali, fece disporre i sacerdoti davanti all’altare e radunare anche i soldati della Cittadella.

32. Mostrò loro la testa dell’empio Nicànore e la mano che quel maledetto aveva steso tante volte contro il tempio dell’Onnipotente.

33. Poi comandò di tagliare a pezzi la lingua dell’empio Nicànore per darla in pasto agli uccelli. Fece appendere il suo braccio davanti al tempio, perché tutti vedessero quale era stato il guadagno della sua pazzia.