Traduzione Interconfessionale in Lingua Corrente (Deuterocanonici)

2 Maccabei 12:31-45 Traduzione Interconfessionale in Lingua Corrente (Deuterocanonici) (TILCD)

31. Allora Giuda e i suoi soldati ringraziarono la gente di Scitòpoli e li pregarono di dimostrarsi ben disposti verso gli Ebrei anche in futuro. Poi tornarono a Gerusalemme, appena in tempo per la festa delle Settimane.

32. Celebrata quella festa, chiamata anche Pentecoste, gli Ebrei si misero in marcia contro Gorgia, governatore dell’Idumea.

33. Gorgia era alla testa di tremila fanti e di quattrocento cavalieri.

34. Nella battaglia cadde però un piccolo numero di soldati ebrei.

35. Un certo Dositeo, un cavaliere valoroso ∆del gruppo di Ebrei chiamati Tubiani, riuscì a mettere le mani su Gorgia. Lo prese per la divisa e si mise a trascinarlo di peso, perché voleva catturare quel maledetto. Ma un cavaliere originario della ∆Tracia si gettò contro Dositeo e con un colpo gli tagliò via il braccio. Così Gorgia fuggì nella città di Maresà.

36. Gli Ebrei, comandati da Esdrin, combattevano da tanto tempo e, a un certo punto, quasi crollavano per la stanchezza. Allora Giuda Maccabeo pregò il Signore di mettersi al loro fianco e di guidarli nella battaglia.

37. Poi intonò nella lingua dei suoi padri il grido di guerra e altri canti. Attaccò di sorpresa gli uomini di Gorgia e li mise in fuga.

38. In seguito, Giuda radunò l’esercito e raggiunse la città di Odollàm. Stava per iniziare il settimo giorno della settimana. Perciò ∆si purificarono secondo l’usanza e là celebrarono il sabato.

39. Era diventato ormai urgente raccogliere i cadaveri dei soldati caduti. Perciò, l’indomani, Giuda e i suoi uomini andarono a prenderli per seppellirli nelle tombe di famiglia insieme ai loro parenti.

40. Ma sotto la tunica di ciascuno di loro trovarono degli amuleti dedicati agli idoli di Iàmnia, oggetti che la legge proibisce espressamente agli Ebrei di portare addosso. Così tutti capirono perché quei soldati erano morti.

41. Allora lodarono l’opera del Signore, il giudice giusto che svela le cose nascoste.

42. E poi si misero a pregarlo, per ottenere il completo perdono di quel peccato. Il nobile Giuda esortò la sua gente a tenersi lontana dal male, perché avevano visto con i loro occhi quel che era capitato a quei soldati, morti in battaglia a causa del loro peccato.

43. Poi Giuda fece una colletta fra il suo esercito. Raccolse del denaro da ciascun soldato e mandò a Gerusalemme la somma di duemila monete d’argento, e con esse fece offrire un sacrificio per il perdono dei peccati. Il suo fu un gesto bello e nobile, suggerito dalla fiducia nella risurrezione.

44. Infatti, se Giuda non avesse avuto ferma fiducia che quei soldati caduti sarebbero risorti, non avrebbe avuto nessun senso pregare per i morti.

45. Invece Giuda era sicuro che a quanti fanno una morte santa è destinata una ricompensa magnifica. Perciò egli si lasciò ispirare da un pensiero santo e bello. E proprio per quel motivo fece offrire un sacrificio per il perdono, perché quei morti fossero liberati dal loro peccato.