Traduzione Interconfessionale in Lingua Corrente (Deuterocanonici)

2 Maccabei 12:21-35 Traduzione Interconfessionale in Lingua Corrente (Deuterocanonici) (TILCD)

21. Quando fu informato dell’avanzata di Giuda, Timòteo mandò avanti le donne e i bambini con il grosso dei bagagli, per farli rifugiare in una località chiamata Kàrnion. Si trovava in un posto inespugnabile ed era anche difficile raggiungerla perché i ∆passaggi, nella zona, erano tutti strettissimi.

22. Ma quando comparve la prima pattuglia di Giuda, i nemici furono invasi da una grande paura, perché si era manifestato il Dio che vede tutto. Essi cominciarono a fuggire, chi da una parte e chi dall’altra. Nella confusione della fuga, in molti casi si ferivano l’un l’altro, colpiti dalla spada dei propri compagni.

23. Giuda inseguì senza tregua quei criminali. Ne uccise circa trentamila.

24. Timòteo era già caduto nelle mani di Dositeo e Sosipatro. Ma si valse di una grande astuzia: chiese di lasciarlo andare sano e salvo. Disse che teneva in ostaggio i genitori o i fratelli di molti di loro e minacciò che sarebbero stati uccisi se lo toccavano.

25. Promise invece di restituire gli ostaggi, senza torcere loro un capello, se lo lasciavano libero. Li assicurò in tutti i modi che avrebbe mantenuto quell’impegno. E così gli Ebrei lo rilasciarono, per salvare la vita ai propri fratelli.

26. Poi Giuda tornò a Kàrnion e al santuario della dea Atargatis. Vi uccise venticinquemila persone.

27. Dopo quella completa vittoria sui nemici, Giuda Maccabeo marciò anche contro la fortezza di Efron, dove si trovava Lisània. Sulle mura della città erano appostati giovani robusti che la difendevano con coraggio, e all’interno i nemici avevano una gran quantità di macchine da guerra e di proiettili.

28. Ma gli Ebrei invocarono l’aiuto del Signore che, con la sua potenza, spezza la resistenza dei nemici. Riuscirono a conquistare Efron e uccisero venticinquemila abitanti.

29. Di là si diressero verso Scitòpoli, una città distante da Gerusalemme circa centodieci chilometri.

30. Ma gli Ebrei di quella città li assicurarono che gli abitanti di Scitòpoli li avevano trattati bene e li avevano aiutati anche durante i momenti più brutti.

31. Allora Giuda e i suoi soldati ringraziarono la gente di Scitòpoli e li pregarono di dimostrarsi ben disposti verso gli Ebrei anche in futuro. Poi tornarono a Gerusalemme, appena in tempo per la festa delle Settimane.

32. Celebrata quella festa, chiamata anche Pentecoste, gli Ebrei si misero in marcia contro Gorgia, governatore dell’Idumea.

33. Gorgia era alla testa di tremila fanti e di quattrocento cavalieri.

34. Nella battaglia cadde però un piccolo numero di soldati ebrei.

35. Un certo Dositeo, un cavaliere valoroso ∆del gruppo di Ebrei chiamati Tubiani, riuscì a mettere le mani su Gorgia. Lo prese per la divisa e si mise a trascinarlo di peso, perché voleva catturare quel maledetto. Ma un cavaliere originario della ∆Tracia si gettò contro Dositeo e con un colpo gli tagliò via il braccio. Così Gorgia fuggì nella città di Maresà.