Traduzione Interconfessionale in Lingua Corrente (Deuterocanonici)

2 Corinzi 10:7-18 Traduzione Interconfessionale in Lingua Corrente (Deuterocanonici) (TILCD)

7. Guardate veramente come stanno le cose. Se qualcuno è convinto in se stesso di appartenere a Cristo, tenga presente che anch’io sono di Cristo, come lui.

8. E se mi vanto di qualcosa di più, cioè dell’autorità che il Signore mi ha dato — per far crescere la vostra comunità non per distruggerla — non dovrei vergognarmene.

9. Ma non lo faccio per non aver l’aria di spaventarvi con le mie lettere.

10. Infatti c’è chi dice: «Le lettere di Paolo sono dure e severe, ma quando egli è tra noi, allora è umile e il suo modo di parlare è debole».

11. Chi va dicendo questo ci pensi bene perché intendo essere duro e severo anche di persona, nei fatti, come lo sono da lontano, a parole, nelle mie lettere.

12. Certo, io non oso mettermi sullo stesso piano di quelli che raccomandano se stessi o paragonarmi a loro. Sono stupidi: mettono se stessi come norma e termine di paragone e si confrontano con se stessi.

13. Io invece non mi vanterò oltre misura, ma solo nei limiti del compito che Dio mi ha affidato: quello di occuparmi anche di voi.

14. Io non supero questi limiti. Li supererei se non fossi arrivato per primo in mezzo a voi. Invece sono stato proprio io ad annunziarvi il Cristo.

15. Io non mi vanto al di là dei limiti, perché non mi intrometto nel lavoro degli altri. Anzi, spero che la vostra fede cresca, e così io possa compiere fra voi un lavoro ancora più vasto, sempre nei limiti che mi sono stati fissati.

16. Così potrò evangelizzare anche le regioni che sono più lontane della vostra, senza bisogno di vantarmi dell’opera già compiuta da altri.

17. La *Bibbia dice: Chi vuole vantarsi, si vanti per quel che il Signore ha fatto.

18. Non chi raccomanda se stesso è capace di compiere un buon lavoro, ma colui che è stimato da Dio.