Traduzione Interconfessionale in Lingua Corrente (Deuterocanonici)

1 Re 2:14-34 Traduzione Interconfessionale in Lingua Corrente (Deuterocanonici) (TILCD)

14. Vorrei chiederti un favore.— Parla pure, — disse Betsabea.

15. — Come tu sai, io dovevo diventare re: tutti, in Israele se lo aspettavano. Invece il Signore ha voluto che il regno toccasse a mio fratello Salomone.

16. Ora, non rifiutarmi quel che ti chiedo.— Chiedi pure, — disse Betsabea.

17. — Dovresti dire al re Salomone che mi lasci sposare Abisàg la Sunammita; a te non lo rifiuterà di certo! — disse Adonia.

18. — Va bene, — disse Betsabea, — parlerò al re in tuo favore.

19. Betsabea andò dal re Salomone per parlargli della richiesta di Adonia. Salomone si alzò, le venne incontro e si inchinò davanti a lei. Poi tornò sul trono e fece portare un altro trono perché sua madre potesse sedersi alla sua destra.

20. — Voglio chiederti un piccolo favore, — disse Betsabea: — non rifiutarmelo!— Chiedi quello che vuoi e sarai accontentata, — rispose il re.

21. Betsabea disse:— Dovresti permettere ad Adonia di sposare Abisàg la Sunammita.

22. Allora il re Salomone rispose a sua madre:— Perché mi chiedi solo di lasciargli sposare Abisàg? Già che ci sei, potresti chiedermi subito che gli ceda il regno! Dopo tutto è mio fratello maggiore e il sacerdote Ebiatàr e Ioab figlio di Seruià lo sostengono!

23. Il re Salomone giurò davanti al Signore:«Che Dio mi punisca se Adonia non pagherà con la vita questa sua pretesa!

24. È il Signore vivente che mi ha posto sul trono di mio padre Davide e ha promesso che i miei figli continueranno a regnare dopo di me. Perciò giuro davanti a lui che Adonia morirà oggi stesso».

25. Così, per ordine del re Salomone, Adonia fu ucciso da Benaia, figlio di Ioiadà.

26. Salomone ordinò al sacerdote Ebiatàr: «Torna ad Anatòt, nelle tue proprietà. Meriteresti anche tu di morire. Per ora non ti uccido perché hai ∆portato in processione l’arca dell’alleanza del Signore nostro Dio ai tempi di mio padre e hai condiviso con lui le stesse sofferenze».

27. Salomone tolse a Ebiatàr il suo incarico di sacerdote. Così si realizzò la maledizione che il Signore aveva pronunziata contro i discendenti di Eli nel santuario di Silo.

28. Perciò Ioab, quando venne a sapere quel che era successo ad Ebiatàr, — Ioab non si era messo dalla parte di Assalonne, ma aveva appoggiato Adonia, — cercò rifugio nella tenda del Signore e si aggrappò agli angoli sporgenti dell’altare dei sacrifici.

29. Il re Salomone fu informato che Ioab si era rifugiato nella tenda del Signore, vicino all’altare dei sacrifici; allora mandò Benaia, figlio di Ioiadà, con l’ordine di ucciderlo.

30. Benaia andò nella tenda del Signore e disse a Ioab:— Il re ti ordina di uscire!— No! — rispose Ioab; — mi faccia uccidere qui!Benaia tornò dal re per riferirgli la risposta di Ioab.

31. Salomone disse a Benaia: «Bene! Fa’ come ha detto lui: uccidilo e poi seppelliscilo. Così la mia famiglia ed io avremo fatto il nostro dovere riguardo al sangue innocente versato da Ioab.

32. Infatti Abner, figlio di Ner, comandante dell’esercito d’Israele, e Amasa, figlio di Ieter, comandante dell’esercito di Giuda erano uomini giusti, migliori di Ioab. Eppure lui li aveva uccisi, all’insaputa di mio padre; il Signore stesso lo punisce per questo delitto.

33. Ioab e i suoi discendenti portino sempre la responsabilità di quel crimine! Il Signore faccia sempre vivere in pace i discendenti di Davide, la sua famiglia e il suo regno!».

34. Allora Benaia, figlio di Ioiadà, raggiunse Ioab e lo uccise. Fu sepolto vicino a casa sua, nel deserto.