32. Molti soldati li inseguirono, li raggiunsero, si schierarono contro di loro e si prepararono ad attaccarli in giorno di sabato.
33. Dissero loro:— Adesso basta! Venite fuori! Eseguite l’ordine del re, se volete aver salva la vita.
34. Ma quelli risposero:— Nessuno di noi si muoverà di qui e tanto meno eseguirà l’ordine del re. Non profaneremo mai il giorno di sabato.
35. Allora i soldati del re li attaccarono con le armi.
36. Quegli Ebrei però non reagirono affatto: non lanciarono neanche una pietra e non si barricarono nei loro rifugi.
37. Dissero:— Siamo tutti innocenti e come innocenti moriamo. Il cielo e la terra sono testimoni che voi ci uccidete ingiustamente!
38. Dato che era di sabato, quando li assalirono, si lasciarono uccidere con le loro donne, i loro bambini e il loro bestiame: erano in tutto mille persone.
39. Quando Mattatia e i suoi amici vennero a conoscenza di questo fatto, piansero amaramente.
40. Poi dissero tra di loro: «Se tutti noi facciamo come i nostri fratelli e non combattiamo contro i pagani a difesa della nostra vita e delle nostre tradizioni, in breve tempo ci faranno sparire dalla terra».
41. In quello stesso giorno presero questa decisione: «Se ci attaccheranno di sabato, noi combatteremo. Non moriremo come sono morti i nostri fratelli nei loro rifugi».
42. Allora si unì a loro anche il gruppo degli Asidei: erano Ebrei valorosi e molto attaccati alla legge.
43. Si aggiunsero pure tutti quelli che non tolleravano quei mali. Così il gruppo di Mattatia si rafforzò