Traduzione Interconfessionale in Lingua Corrente (Deuterocanonici)

1 Maccabei 15:23-40 Traduzione Interconfessionale in Lingua Corrente (Deuterocanonici) (TILCD)

23. Lo stesso fecero con tutte le regioni: con Sampsame e Sparta, Delo e Mindo, Sicione e la Caria, Samo e la Panfilia, la Licia e Alicarnasso, Rodi e Fasèlide, Coo e Side, Arado e Gòrtina, Cnido, Cipro e Cirène.

24. Una copia di questa lettera i Romani inviarono anche al sommo sacerdote Simone.

25. Il re Antioco stava dunque accampato nei pressi di Dora e attaccava senza tregua la città con macchine da guerra. Trifone si trovò circondato e per questo non poteva comunicare con l’esterno.

26. Simone allora mandò duemila soldati scelti in aiuto ad Antioco. Gli fece anche avere argento, oro e altro materiale importante.

27. Il re però non volle accettarli, anzi revocò tutte le concessioni che prima aveva fatto e diventò nemico di Simone.

28. Mandò a Simone Atenòbio, uno dei suoi amici, per trattare con lui in questi termini: «Voi avete occupato Giaffa, Ghezer e la Cittadella di Gerusalemme, città del mio regno.

29. Avete devastato questi territori, avete fatto molti danni alla regione. Vi siete impadroniti di molte altre località del mio regno.

30. Ora, restituitemi le città che vi siete prese e le tasse che avete riscosso nelle città e oltre i confini della Giudea.

31. Oppure datemi in cambio centosettanta quintali d’argento. In aggiunta per i danni di guerra e per le tasse delle città, datemene altri centosettanta quintali. Altrimenti verrò a farvi guerra».

32. Atenòbio, amico del re, venne dunque a Gerusalemme. Vide la gloria di Simone, i vasi preziosi d’oro e d’argento e tanto fasto che ne restò meravigliato. Riferì a Simone le parole del re.

33. Simone gli rispose: «Noi non abbiamo occupato terre d’altri e non abbiamo preso la roba d’altri. Viviamo nella terra che ci hanno lasciato i nostri antenati e che in passato i nostri nemici hanno ingiustamente occupato.

34. Perciò, appena ne abbiamo avuta l’occasione, ci siamo ripresi quello che i nostri antenati ci hanno lasciato.

35. Per le città di Giaffa e di Ghezer, che tu reclami, siamo disposti a darti trentacinque quintali d’argento. Sappi però che esse hanno causato grossi danni al mio popolo e al nostro paese».

36. Atenòbio non disse una sola parola. Tornò adirato dal re Antioco e gli riferì il discorso che aveva sentito. Gli parlò anche della gloria di Simone e di tutto quello che aveva visto. Il re andò su tutte le furie.

37. Trifone intanto si imbarcò e fuggì nella città di Ortosia.

38. Allora il re Antioco nominò Cendebeo comandante generale della zona costiera e gli affidò un esercito di fanti e di cavalieri.

39. Gli comandò di porre l’accampamento ai confini della Giudea, di ricostruire la città di Cedron e di rafforzarne le porte, e di attaccare il popolo. Antioco intanto si lanciò ∆all’inseguimento di Trifone.

40. Cendebeo giunse nella città di Iàmnia e cominciò a provocare gli Ebrei. Invase la Giudea e tra il popolo fece alcuni prigionieri, altri li uccise.