Traduzione Interconfessionale in Lingua Corrente (Deuterocanonici)

1 Maccabei 11:34-51 Traduzione Interconfessionale in Lingua Corrente (Deuterocanonici) (TILCD)

34. Perciò riconfermo loro il possesso sul territorio della Giudea e dei tre distretti di Afèrema, di ∆Lod e di ∆Ramatàim. Una volta appartenevano alla Samaria, ora invece appartengono alla Giudea assieme ai dintorni. Questo per favorire tutti quelli che offrono sacrifici in Gerusalemme, in cambio delle tasse sui frutti della terra e degli alberi, che il re riscuoteva finora ogni anno.

35. Così d’ora innanzi rinunzio a tutto il resto che mi spettava: le decime e le tasse a noi dovute, le saline e le corone.

36. Nessuna di queste decisioni verrà revocata in futuro.

37. Procurate perciò di fare una copia di queste decisioni e fatela avere a Giònata perché venga esposta pubblicamente sul monte santo”».

38. Il re Demetrio, visto che il regno era in pace sotto di lui e che non c’erano più nemici, licenziò tutte le sue truppe e rimandò ciascuno a casa sua. Trattenne solo le truppe straniere prese dalle isole dei pagani. Allora tutte le truppe che erano state a servizio dei suoi antenati si misero contro di lui.

39. Trifone, che prima era stato dalla parte di Alessandro, si rese conto che tutto l’esercito era scontento di Demetrio. Perciò andò dall’arabo ∆Imalcuè che allevava Antioco, il giovane figlio di Alessandro.

40. Insisté perché glielo consegnasse, con la promessa di farlo diventare re al posto di suo padre. Intanto Trifone gli parlò di quello che aveva fatto Demetrio e dell’odio dei soldati verso di lui. E rimase là per molti giorni.

41. Giònata mandò a chiedere al re Demetrio di ritirare i soldati che presidiavano la Cittadella di Gerusalemme e quelli delle altre fortezze, perché erano sempre in lotta contro Israele.

42. Demetrio rispose a Giònata: «Per te e per il tuo popolo non solo farò questo, ma alla prima occasione colmerò di onori te e il tuo popolo.

43. Ora però guarda di favorirmi, mandandomi soldati che combattano con me, perché tutte le mie truppe mi hanno abbandonato».

44. Giònata allora inviò ad Antiòchia, tremila soldati molto valorosi. Essi andarono dal re che si mostrò molto lieto del loro arrivo.

45. Ma gli abitanti della città si radunarono nel centro in circa centoventimila persone con l’intenzione di uccidere il re.

46. Questi allora si rifugiò nel palazzo, mentre i cittadini invadevano le vie della città e incominciavano a combattere.

47. Il re chiamò in aiuto gli Ebrei ed essi si radunarono compatti attorno a lui. Poi si dispersero per la città e in quel giorno uccisero circa centomila persone,

48. incendiarono la città, la saccheggiarono e salvarono il re.

49. I superstiti videro che gli Ebrei erano riusciti a impadronirsi della città, si scoraggiarono e andarono dal re a supplicarlo:

50. «Facciamo la pace e gli Ebrei la smettano di combattere contro di noi e la nostra città».

51. Gettarono le armi e fecero la pace. Così gli Ebrei conquistarono la stima del re e di tutti gli abitanti del regno. Poi tornarono a Gerusalemme con un grande bottino.