20. In quel tempo Giònata radunò i soldati della Giudea per attaccare la Cittadella di Gerusalemme. L’assediò con molte macchine da guerra.
21. Subito però alcuni uomini senza legge, nemici del popolo, andarono dal re e gli riferirono che Giònata aveva assediato la Cittadella.
22. Al sentirli il re Demetrio si infuriò e quando ne ebbe conferma smobilitò l’accampamento e andò nella città di Tolemàide. Poi scrisse a Giònata ordinandogli di togliere l’assedio e di raggiungerlo a Tolemàide: lo aspettava al più presto per un colloquio.
23. Giònata, ricevuta la comunicazione, fece continuare l’assedio. Si scelse come compagni alcuni capi del popolo e alcuni sacerdoti e affrontò il pericolo.
24. Prese argento, oro, vesti preziose e molti altri doni. Andò dal re a Tolemàide e Demetrio lo accolse con benevolenza.
25. Alcuni uomini senza legge della sua stessa nazione tentarono di accusarlo,
26. ma il re trattò Giònata come fino allora avevano fatto i suoi predecessori: lo coprì di onori davanti a tutti i suoi collaboratori più stretti.
27. Lo confermò nell’incarico di sommo sacerdote e in tutte le altre cariche che già aveva e lo accolse nel numero dei suoi amici più intimi.
28. Giònata domandò al re di esentare dalle tasse la Giudea e i tre distretti della Samaria. In cambio gli prometteva quasi cento quintali d’argento.
29. Il re accettò quella proposta e scrisse a Giònata quanto segue: