80. Giònata se ne accorse ma il suo esercito fu accerchiato dai nemici e da mattino a sera rimasero sotto il tiro delle loro frecce.
81. Le truppe però, secondo l’ordine di Giònata, riuscirono a resistere, mentre i cavalli dei nemici andavano perdendo le forze.
82. Allora Simone fece avanzare il suo esercito e attaccò quello dei nemici e, siccome i cavalli erano stanchi, i nemici rimasero sconfitti e si diedero alla fuga.
83. Alcuni cavalieri si dispersero nella pianura; altri invece fuggirono verso Azoto e per salvarsi entrarono nel tempio del loro dio Dagon.
84. Giònata allora incendiò la città di Azoto e tutte le città vicine. Saccheggiò e incendiò il tempio di Dagon bruciando tutti quelli che vi si erano rifugiati.
85. Nella battaglia e nell’incendio morirono circa ottomila uomini.
86. Poi Giònata partì di là e fece schierare il suo esercito davanti alla città di Àscalon. Ma gli abitanti gli andarono incontro e lo ricevettero con grande onore.
87. Quindi Giònata tornò a Gerusalemme con i suoi uomini carichi di bottino.
88. Quando il re Alessandro fu informato di questi fatti, decise di dare a Giònata onori anche più grandi.
89. Gli mandò una fibbia d’oro, un dono riservato di solito ai parenti del re. Inoltre lo fece padrone della città di ∆Ekron con tutti i suoi territori.