Traduzione Interconfessionale in Lingua Corrente (Deuterocanonici)

1 Maccabei 10:18-34 Traduzione Interconfessionale in Lingua Corrente (Deuterocanonici) (TILCD)

18. «Il re Alessandro augura ogni bene al fratello Giònata.

19. Mi hanno riferito che tu sei un uomo valoroso e meriti di diventare mio amico.

20. Perciò io oggi do a te l’incarico di sommo sacerdote e il titolo di amico del re. Voglio che tu passi dalla mia parte e mi mantenga la tua amicizia». Con la lettera gli mandò la porpora e ∆una corona d’oro.

21. Giònata si mise le insegne sacerdotali nel settimo mese dell’anno 160, nella festa delle Tende. Poi si fece un esercito e iniziò la corsa agli armamenti.

22. Quando Demetrio venne a sapere questi fatti, se ne rattristò e disse:

23. «Che cosa ho combinato! Alessandro mi ha preceduto nel fare amicizia con gli Ebrei e si è assicurato il loro appoggio.

24. Anch’io scriverò loro parole lusinghiere. Prometterò loro privilegi e doni perché vengano ad aiutarmi».

25. E scrisse questa lettera: «Il re Demetrio augura prosperità al popolo ebreo.

26. Abbiamo sentito con gioia che avete mantenuto l’alleanza fatta con noi. Siete stati fedeli alla nostra amicizia e non siete passati dalla parte dei nostri nemici.

27. Perseverate nella vostra fedeltà verso di noi e in contraccambio vi favoriremo.

28. Vi libereremo da molti oneri fiscali e vi ricolmeremo di doni.

29. Fin d’ora dispenso ed esento tutto il popolo dai tributi, dalla tassa del sale e da quella delle ∆corone.

30. D’ora in poi non esigerò più la terza parte dei raccolti e la metà dei frutti che mi spettano. Io rinunzio a tutto questo da oggi e per sempre e non solo per la Giudea ma anche per i tre distretti che le sono annessi dalla ∆Samaria e dalla Galilea.

31. «Gerusalemme deve essere una città santa: con tutto il suo territorio deve restare esente dalle decime e dalle tasse.

32. Rinunzio anche al potere che ho sulla Cittadella di Gerusalemme e l’affido al sommo sacerdote che la farà difendere da uomini scelti da lui.

33. Restituisco la libertà a tutti gli abitanti che dalla Giudea sono stati portati via come schiavi in qualunque parte del mio regno. Lo faccio senza chiedere compenso. Essi saranno esenti dalle tasse, comprese quelle sul bestiame.

34. Nei giorni di festa, nei sabati, nei noviluni, nei giorni di precetto, nei tre giorni precedenti e successivi a una festa solenne, gli Ebrei che vivono nel mio regno non pagheranno tasse.