2. Come lo schiavo anela l’ombra e come l’operaio aspetta il suo salario,
3. così a me toccan mesi di sciagura, e mi sono assegnate notti di dolore.
4. Non appena mi corico, dico: "Quando mi leverò?" Ma la notte si prolunga, e mi sazio d’agitazioni infino all’alba.
5. La mia carne è coperta di vermi e di croste terrose, la mia pelle si richiude, poi riprende a suppurare.
6. I miei giorni sen vanno più veloci della spola, si consumano senza speranza.
7. Ricordati, che la mia vita e un soffio! L’occhio mio non vedrà più il bene.
8. Lo sguardo di chi ora mi vede non mi potrà più scorgere; gli occhi tuoi mi cercheranno, ma io non sarò più.