Nuova Riveduta 2006

Prima Lettera ai Corinzi 11:14-32 Nuova Riveduta 2006 (NR06)

14. Non vi insegna la stessa natura che se l’uomo porta la chioma, ciò è per lui un disonore?

15. Mentre se una donna porta la chioma, per lei è un onore; perché la chioma le è data come ornamento.

16. Se poi a qualcuno piace essere litigioso, noi non abbiamo tale abitudine; e neppure le chiese di Dio.

17. Nel darvi queste istruzioni non vi lodo, perché vi radunate non per il meglio, ma per il peggio.

18. Poiché, prima di tutto, sento che quando vi riunite in assemblea ci sono divisioni tra voi, e in parte lo credo;

19. infatti è necessario che ci siano tra voi anche delle divisioni, perché quelli che sono approvati siano riconosciuti tali in mezzo a voi.

20. Quando poi vi riunite insieme, quello che fate non è mangiare la cena del Signore;

21. poiché, al pasto comune, ciascuno prende prima la propria cena; e mentre uno ha fame, l’altro è ubriaco.

22. Non avete forse delle case per mangiare e bere? O disprezzate voi la chiesa di Dio e fate vergognare quelli che non hanno nulla? Che vi dirò? Devo lodarvi? In questo non vi lodo.

23. Poiché ho ricevuto dal Signore quello che vi ho anche trasmesso; cioè, che il Signore Gesù, nella notte in cui fu tradito, prese del pane

24. e, dopo aver reso grazie, lo spezzò e disse: «Questo è il mio corpo che è dato per voi; fate questo in memoria di me».

25. Nello stesso modo, dopo aver cenato, prese anche il calice, dicendo: «Questo calice è il nuovo patto nel mio sangue; fate questo, ogni volta che ne berrete, in memoria di me.

26. Poiché ogni volta che mangiate questo pane e bevete da questo calice, voi annunciate la morte del Signore, finché egli venga».

27. Perciò, chiunque mangerà il pane o berrà dal calice del Signore indegnamente sarà colpevole verso il corpo e il sangue del Signore.

28. Ora ciascuno esamini se stesso, e così mangi del pane e beva dal calice;

29. poiché chi mangia e beve, mangia e beve un giudizio contro se stesso, se non discerne il corpo del Signore.

30. Per questo motivo molti fra voi sono infermi e malati, e parecchi muoiono.

31. Ora, se esaminassimo noi stessi non saremmo giudicati;

32. ma quando siamo giudicati siamo corretti dal Signore, per non essere condannati con il mondo.