2. Come lo schiavo anela l’ombra, come l’operaio aspetta il suo salario,
3. così a me toccano mesi di sciagura, mi sono assegnate notti di dolore.
4. Non appena mi corico, dico: “Quando mi alzerò?” Ma la notte si prolunga, e mi sazio di agitazioni fino all’alba.
5. La mia carne è coperta di vermi e di croste polverose, la mia pelle si richiude, poi riprende a suppurare.
6. I miei giorni se ne vanno più veloci della spola, si consumano senza speranza.
7. Ricòrdati che la mia vita è un soffio! L’occhio mio non vedrà più il bene.
8. Lo sguardo di chi ora mi vede non mi potrà più scorgere; gli occhi tuoi mi cercheranno, ma io non sarò più.
9. La nuvola svanisce e si dilegua; così chi scende nel soggiorno dei morti non ne risalirà;
10. non tornerà più nella sua casa e il luogo dove stava non lo riconoscerà più.
11. Io, perciò, non terrò chiusa la bocca; nell’angoscia del mio spirito io parlerò, mi lamenterò nell’amarezza dell’anima mia.
12. Sono io forse il mare o un mostro marino che tu ponga intorno a me una guardia?
13. Quando dico: “Il mio letto mi darà sollievo, il mio giaciglio allevierà la mia pena!”,
14. tu mi sgomenti con sogni e mi spaventi con visioni;
15. io preferisco soffocare, a queste mie ossa preferisco la morte.
16. Io mi sto consumando; non vivrò sempre; ti prego, lasciami stare; i giorni miei non sono che un soffio.