Nuova Riveduta 2006

Geremia 31:3-15 Nuova Riveduta 2006 (NR06)

3. Da tempi lontani il Signore mi è apparso. «Sì, io ti amo di un amore eterno; perciò ti prolungo la mia bontà.

4. Io ti ricostruirò, e tu sarai ricostruita, vergine d’Israele! Tu sarai di nuovo adorna dei tuoi tamburelli e uscirai in mezzo alle danze di quelli che gioiscono.

5. Pianterai ancora delle vigne sui monti di Samaria; i piantatori pianteranno e raccoglieranno il frutto.

6. Infatti verrà il giorno in cui le guardie grideranno sul monte di Efraim: “Alzatevi, saliamo a Sion, al Signore, nostro Dio”».

7. Infatti così parla il Signore: «Innalzate canti di gioia per Giacobbe, prorompete in grida per il capo delle nazioni; fate udire le vostre lodi, e dite: “Signore, salva il tuo popolo, il residuo d’Israele!”

8. Ecco, io li riconduco dal paese del settentrione e li raccolgo dalle estremità della terra; tra di loro sono il cieco e lo zoppo, la donna incinta e quella in doglie di parto: una gran moltitudine, che ritorna qua.

9. Vengono piangenti e imploranti; li guido, li conduco ai torrenti per una via diritta dove non inciamperanno, perché sono diventato un padre per Israele, ed Efraim è il mio primogenito.

10. Voi nazioni, ascoltate la parola del Signore e proclamatela alle isole lontane; dite: “Colui che ha disperso Israele lo raccoglie, lo custodisce come fa il pastore con il suo gregge”.

11. Infatti il Signore ha riscattato Giacobbe, l’ha salvato dalla mano di uno più forte di lui.

12. Quelli verranno e canteranno di gioia sulle alture di Sion, affluiranno verso i beni del Signore: al frumento, al vino, all’olio, al frutto delle greggi e degli armenti; essi saranno come un giardino annaffiato, non continueranno più a languire.

13. Allora la vergine si rallegrerà nella danza, i giovani gioiranno insieme ai vecchi; io muterò il loro lutto in gioia, li consolerò, li rallegrerò liberandoli del loro dolore.

14. Sazierò di grasso i sacerdoti, e il mio popolo sarà saziato dei miei beni», dice il Signore.

15. Così parla il Signore: «Si è udita una voce a Rama, un lamento, un pianto amaro; Rachele piange i suoi figli; lei rifiuta di essere consolata dei suoi figli, perché non sono più».