Nuova Riveduta 1994

Secondo Libro di Samuele 12:18-26 Nuova Riveduta 1994 (NR94)

18. Il settimo giorno il bambino morí; i servitori di Davide non osavano fargli sapere che il bambino era morto; perché dicevano: «Quando il bambino era ancora vivo, gli abbiamo parlato ed egli non ha dato ascolto alle nostre parole; come faremo ora a dirgli che il bambino è morto? Potrebbe commettere un gesto disperato».

19. Ma Davide, vedendo che i suoi servitori bisbigliavano tra di loro, comprese che il bambino era morto e disse ai suoi servitori: «È morto il bambino?» Quelli risposero: «È morto».

20. Allora Davide si alzò da terra, si lavò, si unse e si cambiò le vesti; poi andò nella casa del Signore e vi si prostrò; tornato a casa sua, chiese che gli portassero da mangiare e mangiò.

21. I suoi servitori gli dissero: «Che cosa fai? Quando il bambino era ancora vivo digiunavi e piangevi; ora che è morto, ti alzi e mangi!»

22. Egli rispose: «Quando il bambino era ancora vivo, digiunavo e piangevo, perché dicevo: Chissà che il Signore non abbia pietà di me e il bambino non resti in vita? Ma ora che è morto, perché dovrei digiunare?

23. Posso forse farlo ritornare? Io andrò da lui, ma egli non ritornerà da me!»

24. Poi Davide consolò *Bat-Sceba sua moglie, entrò da lei e si uní a lei; lei partorí un figlio che chiamò *Salomone.

25. Il Signore amò Salomone e mandò il *profeta Natan che lo chiamò Iedidia, a motivo dell'amore che il Signore gli portava.

26. *Ioab assediò Rabba dei figli di Ammon, s'impadroní della città reale