Nuova Riveduta 1994

Lettera ai Romani 7:5-22 Nuova Riveduta 1994 (NR94)

5. Infatti, mentre eravamo nella carne, le passioni peccaminose, risvegliate dalla legge, agivano nelle nostre membra allo scopo di portare frutto per la morte;

6. ma ora siamo stati sciolti dai legami della legge, essendo morti a quella che ci teneva soggetti, per servire nel nuovo regime dello Spirito e non in quello vecchio della lettera.

7. Che cosa diremo dunque? La legge è peccato? No di certo! Anzi, io non avrei conosciuto il peccato se non per mezzo della legge; poiché non avrei conosciuto la concupiscenza, se la legge non avesse detto: «Non concupire».

8. Ma il peccato, còlta l'occasione, per mezzo del comandamento, produsse in me ogni concupiscenza; perché senza la legge il peccato è morto.

9. Un tempo io vivevo senza legge; ma, venuto il comandamento, il peccato prese vita e io morii;

10. e il comandamento che avrebbe dovuto darmi vita, risultò che mi condannava a morte.

11. Perché il peccato, còlta l'occasione per mezzo del comandamento, mi trasse in inganno e, per mezzo di esso, mi uccise.

12. Cosí la legge è santa, e il comandamento è santo, giusto e buono.

13. Ciò che è buono, diventò dunque per me morte? No di certo! È invece il peccato che mi è diventato morte, perché si rivelasse come peccato, causandomi la morte mediante ciò che è buono; affinché, per mezzo del comandamento, il peccato diventasse estremamente peccante.

14. Sappiamo infatti che la legge è spirituale; ma io sono carnale, venduto schiavo al peccato.

15. Poiché, ciò che faccio, io non lo capisco: infatti non faccio quello che voglio, ma faccio quello che odio.

16. Ora, se faccio quello che non voglio, ammetto che la legge è buona;

17. allora non sono piú io che lo faccio, ma è il peccato che abita in me.

18. Difatti, io so che in me, cioè nella mia carne, non abita alcun bene; poiché in me si trova il volere, ma il modo di compiere il bene, no.

19. Infatti il bene che voglio, non lo faccio; ma il male che non voglio, quello faccio.

20. Ora, se io faccio ciò che non voglio, non sono piú io che lo compio, ma è il peccato che abita in me.

21. Mi trovo dunque sotto questa legge: quando voglio fare il bene, il male si trova in me.

22. Infatti io mi compiaccio della legge di Dio, secondo l'uomo interiore,