La Parola è Vita

Luca 23:41-56 La Parola è Vita (PEV)

41. «Non temi dunque Dio, nemmeno quando stai per morire? Noi meritiamo di morire per i nostri delitti, ma questʼuomo non ha fatto nulla di male!»

42. Poi disse: «Signore Gesù, ricordati di me, quando sarai nel tuo Regno».

43. E Gesù rispose: «Io ti assicuro che oggi tu sarai con me in Paradiso».

44. Era ormai mezzogiorno e le tenebre scesero su tutto il paese per tre ore, fino alle tre del pomeriggio, perché il sole si era oscurato.

45. Improvvisamente, il grosso velo del tempio si squarciò in due.

46. Gesù gridò: «Padre, nelle tue mani affido il mio Spirito» Detto questo, spirò.

47. E il centurione romano, responsabile delle esecuzioni, dopo aver visto ciò che era accaduto, fu preso dal timore di Dio e disse: «Questʼuomo era davvero innocente!»

48. Anche la folla che era venuta per assistere alla crocifissione, quando vide che Gesù era morto, se ne tornò a casa profondamente addolorata.

49. Nel frattempo, gli amici di Gesù, con le donne che lo avevano seguito dalla Galilea, se ne stavano ad osservare in lontananza.

50-52. Allora un uomo di nome Giuseppe, membro della Suprema Corte Ebraica, nativo della città di Arimatea in Giudea, andò da Pilato a chiedere il corpo di Gesù. Egli era un uomo timorato di Dio, che aspettava lʼarrivo del Messia e non aveva dato il suo consenso alle decisioni e allʼoperato degli altri capi giudei.

53. Giuseppe prese giù dalla croce il corpo di Gesù e, dopo averlo avvolto in una lunga stoffa di lino, lo depose in una tomba nuova, scavata nella roccia.

54. Questo avvenne nel tardo pomeriggio di venerdì, il giorno di preparazione per il sabato di Pasqua.

55. Dopo che il corpo di Gesù fu tolto dalla croce, le donne che erano venute con Gesù dalla Galilea accompagnarono Giuseppe, per vedere in che modo Gesù sarebbe stato posto nella tomba.

56. Poi se ne andarono a casa a preparare gli aromi e gli unguenti per il suo corpo. Il sabato, poi, riposarono tutto il giorno, secondo il precetto della legge ebraica.