La Parola è Vita

Giovanni 18:15-28 La Parola è Vita (PEV)

15. Intanto Simon Pietro seguiva Gesù da lontano, insieme con un altro discepolo, che conosceva il sommo sacerdote. Questʼaltro discepolo riuscì ad entrare con Gesù nel cortile del palazzo del sommo sacerdote;

16. Pietro, invece, rimase fuori dal cancello. Allora lʼaltro discepolo parlò alla portinaia, e così anche Pietro poté entrare.

17. La donna però chiese a Pietro: «Non sei anche tu un discepolo di Gesù?»«No», rispose lui.

18. Intanto i servi e le guardie avevano acceso un fuoco e se ne stavano lì attorno a scaldarsi, perché faceva freddo. Anche Pietro si mise lì in piedi con loro, vicino al fuoco.

19. Intanto, il sommo sacerdote incominciò ad interrogare Gesù; gli faceva domande sui suoi discepoli e su ciò che insegnava.

20. Gesù rispose: «Dappertutto sanno di che cosa ho parlato, perché ho sempre insegnato nelle sinagoghe e nel tempio, dove si riuniscono tutti i Giudei. Non ho mai detto nulla in privato, che non avessi già detto in pubblico.

21. Perché interroghi me? Chiedi, invece, a quelli che mi hanno ascoltato. Ce ne sono alcuni anche qui, e sanno bene che cosa ho detto!»

22. Non aveva finito di parlare che uno dei soldati presenti lo colpì con uno schiaffo: «È questo il modo di rispondere al sommo sacerdote?» urlò.

23. «Se ho detto qualcosa di male, dimostralo!» rispose Gesù. «Se invece ho detto la verità, perché mi colpisci?»

24. Allora Anna mandò Gesù, sempre legato, dal sommo sacerdote Caifa.

25. Simon Pietro, intanto, era ancora vicino al fuoco. Ad un certo punto gli chiesero di nuovo: «Ma non sei anche tu uno dei suoi discepoli?»«Neanche per sogno!» rispose Pietro.

26. Ma uno dei servi del sommo sacerdote, parente di quellʼuomo a cui Pietro aveva tagliato lʼorecchio, gli disse: «Mi pare dʼaverti visto con Gesù nellʼorto degli Ulivi…»

27. Di nuovo Pietro negò. In quel momento un gallo cantò.

28. Lʼinterrogatorio di Gesù alla presenza di Caifa terminò alle prime ore del mattino. Dopo, lo portarono al Pretorio, il palazzo del governatore romano. I suoi accusatori non vollero entrare; per non contaminarsi, dicevano, altrimenti non avrebbero potuto mangiare lʼagnello di Pasqua.