La Parola è Vita

Ebrei 9:10-18 La Parola è Vita (PEV)

10. Perché lʼantico sistema si limita a seguire certi rituali, come ad esempio: che cosa mangiare o bere, come procedere alle diverse abluzioni, ed altre regole che sono state valide, finché non è venuto Cristo a cambiare tutto in meglio.

11. Cristo invece è venuto come sommo sacerdote, di questo sistema migliore: quello che abbiamo noi adesso. Egli è entrato nel tabernacolo più grande e più perfetto, quello del cielo, un tabernacolo non costruito dagli uomini, vale a dire, che non fa parte di questo mondo.

12. Una volta per tutte Cristo è entrato in quella stanza più interna, il Luogo Santissimo. Là non ha portato sangue di capre o di tori, ma il proprio sangue, per mezzo del quale ci ha assicurato la salvezza eterna.

13. Se, in base allʼantico sistema, il sangue delle capre e dei tori e la cenere di una vitella bruciata potevano purificare il corpo dellʼuomo dal peccato,

14. quanto più il sangue di Cristo purificherà la nostra coscienza dalle opere morte (i peccati che abbiamo commesso), per servire il Dio Vivente. Questo significa che non dobbiamo sentirci colpevoli per i nostri peccati. Perché, con lʼaiuto dello Spirito Santo eterno, Cristo, di sua spontanea volontà, ha offerto se stesso a Dio come vittima immacolata per i nostri peccati.

15. Quindi, Cristo è il mediatore di un nuovo patto tra Dio e gli uomini, affinché tutti quelli che sono chiamati da Dio possano ricevere quelle cose meravigliose ed eterne che Dio ha loro promesso. Questo è possibile perché Cristo è morto per liberare gli uomini dalla pena dei peccati commessi, mentre dipendevano ancora dal vecchio patto.

16. Ora, se qualcuno muore e lascia un testamento, nessuno avrà lʼeredità, finché non sarà stata accertata la morte di chi ha scritto quel testamento.

17. Infatti, un testamento è valido soltanto in caso di morte di chi lʼha scritto; non ha valore, invece, se chi lo ha fatto è ancora vivo.

18. Per questa ragione il primo patto dovette essere inaugurato con uno spargimento di sangue.