La Parola è Vita

Ebrei 11:10-28 La Parola è Vita (PEV)

10. Abramo si comportò in questo modo, perché aspettava con fiducia che Dio lo portasse in quella città celeste dalle solide fondamenta, della quale Dio è architetto e costruttore.

11. Anche Sara ebbe fede, e per questo fu in grado di diventare madre, nonostante lʼetà avanzata, perché capì che Dio, che le aveva fatto questa promessa, lʼavrebbe certamente mantenuta.

12. Per questo, da un unico uomo, vecchio decrepito, nacque una discendenza numerosa come le stelle del cielo e come gli infiniti granelli di sabbia lungo la riva del mare.

13. Questi uomini di fede, di cui ho parlato, morirono tutti senza aver ottenuto le cose che Dio aveva loro promesso; ma le videro soltanto da lontano e ne furono felici, perché dichiaravano che questo mondo non era la loro vera casa: erano soltanto di passaggio sulla terra, come forestieri in esilio.

14. E chi parla così, dimostra chiaramente di essere alla ricerca di una vera patria.

15. Se avessero voluto, sarebbero potuti tornare alle cose allettanti di questo mondo,

16. ma essi aspiravano ad una patria migliore: una patria in cielo. Perciò Dio non si vergogna dʼessere chiamato il loro Dio, perché in cielo egli ha preparato una città per loro.

17. Per fede Abramo, messo alla prova dal Signore, offrì suo figlio Isacco: fu pronto ad uccidere sullʼaltare dei sacrifici il suo unico figlio,

18. proprio quello per mezzo del quale Dio aveva promesso di dare ad Abramo un intero popolo di discendenti!

19. Ma Abramo era convinto che, se Isacco fosse morto, Dio avrebbe potuto resuscitarlo. E così fu: per quanto ne sapeva Abramo, Isacco era destinato a morire, quindi Dio glielo restituì come se tornasse dalla morte.

20. Anche Isacco ebbe fede, e per fede benedisse Giacobbe ed Esaù, i suoi due figli.

21. Per fede Giacobbe, moribondo, benedisse ciascuno dei due figli di Giuseppe e, appoggiato al suo bastone, adorò il Signore.

22. E fu per fede che Giuseppe, in punto di morte, disse che un giorno Dio avrebbe condotto gli Ebrei fuori dallʼEgitto; ne era così certo che ordinò loro di portarsi dietro le sue ossa, quando sarebbero partiti.

23. Anche i genitori di Mosè ebbero fede. Quando videro quantʼera bello il loro bambino, non si lasciarono spaventare dallʼeditto del re e lo nascosero per tre mesi.

24-25. Fu per fede che Mosè, quando fu adulto, rifiutò di essere trattato come il figlio della figlia del Faraone. Egli preferì essere maltrattato insieme con il popolo di Dio, piuttosto che vivere bene per poco tempo, ma nel peccato.

26. Mosè pensava fosse meglio soffrire per il Cristo promesso, anziché possedere tutti i tesori dʼEgitto, perché aspettava la grande ricompensa che Dio gli avrebbe dato.

27. E fu per fede in Dio che lasciò lʼEgitto, senza temere la collera del re: Mosè rimase fermo nella sua decisione come se vedesse il Signore proprio lì accanto a lui.

28. Sempre per fede, perché credeva che Dio avrebbe salvato il suo popolo, Mosè ordinò agli Israeliti di uccidere un agnello e di spruzzare il suo sangue sullo stipite della porta delle loro case affinché lʼangelo sterminatore non uccidesse i primogeniti degli Israeliti, come avvenne invece per gli Egiziani.