La Parola è Vita

Atti 9:22-40 La Parola è Vita (PEV)

22. Mentre predicava, il fervore di Saulo aumentava sempre più, e confondeva i Giudei di Damasco, dimostrando che Gesù è il Cristo.

23. Trascorsi molti giorni, i capi giudei si misero dʼaccordo per ucciderlo,

24. ma Saulo fu informato del loro piano. Per riuscire ad ammazzarlo, i Giudei facevano perfino la guardia alle porte della città, giorno e notte.

25. Ma una notte alcuni credenti presero Saulo e lo calarono in una cesta giù dal muro di cinta.

26. Giunto a Gerusalemme, Saulo cercava di unirsi ai discepoli di Gesù, ma tutti avevano paura di lui, perché non potevano credere che fosse davvero convertito.

27. Allora Bàrnaba lo portò dagli apostoli e raccontò loro come Saulo avesse visto il Signore sulla via di Damasco, ciò che il Signore gli aveva detto e come predicava con fervore nel nome di Gesù.

28. Da allora Saulo fu accolto fra di loro. Andava e veniva con i credenti a Gerusalemme,

29. e predicava senza peli sulla lingua nel nome del Signore Gesù. Sʼintratteneva anche con gli Ellenisti, con cui spesso discuteva; ma costoro, ad un certo punto, cercarono dʼucciderlo.

30. Quando gli altri credenti seppero del pericolo che stava correndo, condussero Saulo a Cesarèa, e da là lo rimandarono a casa sua, a Tarso.

31. Intanto la Chiesa viveva in pace in tutta la Giudea, la Galilea e la Samaria, e cresceva in forza e numero. I credenti imparavano a vivere nel timore del Signore e con lʼaiuto dello Spirito Santo.

32. Mentre Pietro visitava, viaggiando da un posto allʼaltro, i credenti, giunse anche dai fedeli della città di Lidda.

33. Qui incontrò un uomo di nome Enea, che da otto anni era paralizzato e costretto in un letto.

34. Pietro gli disse: «Enea, Gesù Cristo ti guarisce! Àlzati e rifatti il letto!» Subito lʼuomo si alzò.

35. Vedendo Enea camminare, tutti gli abitanti di Lidda e di Saròn si convertirono al Signore.

36. Nella città di Giaffa cʼera una discepola di nome Tabità, (che significa Gazzella), che non si risparmiava nelle buone opere, specialmente verso i poveri.

37. Proprio in quel periodo Tabità sʼammalò e morì. I suoi amici la prepararono per il funerale. Dopo averla lavata, la composero in una stanza del piano di sopra.

38. Siccome Giaffa era poco lontana da Lidda, quando i credenti di Giaffa vennero a sapere che Pietro era a Lidda, mandarono due uomini a chiedergli subito di andare da loro.

39. Pietro li seguì. Non appena arrivò, lo portarono di sopra, dove giaceva Tabità. La camera era piena di vedove che, piangendo, mostrarono a Pietro i mantelli e gli altri indumenti che Tabità aveva fatto quando era ancora con loro.

40. Allora Pietro fece uscire tutti dalla stanza; poi si inginocchiò e pregò. Rivolgendosi al corpo esanime disse: «Àlzati, Tabità!» A queste parole, la donna aprì gli occhi e, quando vide Pietro, si sedette.